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M.Other, la donna tra andata e ritorno

Va in scena domani sera, 28 aprile, a Meano lo spettacolo di Rifiuti Speciali diretto e interpretato da Manuela Fischietti assieme a Beatrice Uber e Ornela Marcon.  Si indaga sul senso di inadeguatezza nel duplice ruolo di figlia e di madre in tre modi diversi. Le ispirazioni? Da Anna Karenina a Belen Rodriguez

Pubblicato il - 27 aprile 2018 - 10:32

TRENTO. Si avvia a conclusione anche la stagione di teatro professionale a Meano. Domani sera - 28 aprile, alle 20.45 va in scena "M.Other", con Beatrice Uber, Ornela Marcon e Manuela Fischietti. Quest'ultima è anche la regista della proposta teatrale della compagnia Rifiuiti Speciali. Lo spettacolo è nato da una produzione di Trento Spettacoli in collaborazione con Pergine Spettacolo Aperto 2015.

 

 M.Other è uno spettacolo nato con il bisogno di dare seguito al primo spettacolo della compagnia Rifiuti Speciali – No Kids. Stato di gravidanza–, che affrontava il tema della gravidanza con l’intento di scardinarne i luoghi comuni. Il centro della loro analisi è sempre la donna. I temi che indagano riguardano in particolare la sfera delle scelte/non scelte che rappresentano le molteplici sfaccettature della vita.

 

 Con No Kids hanno indagato il senso di inadeguatezza rispetto al divenire madre. Con M.Other vogliono invece indagare il senso di inadeguatezza rispetto ad un duplice ruolo interpretato dalla donna, quello prima di figlia e poi, ipoteticamente, di madre. Questo il prima e il dopo del loro lavoro, dove la scelta possibile della maternità è indissolubilmente legata alla non-scelta dell’essere innanzitutto figlia. Si muovono tra passato e futuro esplorando un legame esclusivo quanto complicato, molteplice quanto profondo, come quello con la propria madre.

 

 Una relazione che rappresenta la storia delle attrici ma anche il loro modo di dedicarsi alla cura di un nuovo legame, qualunque esso sia: un figlio, una passione, il lavoro, un’amicizia. M.Other parte dalla donna e su di essa torna. Senza mai perderla di vista. La osserva nel suo diventare madre, nel suo rinunciare ad essere ancora figlia, nel  suo perdersi nel rimanere donna, nel suo fondersi nel rapporto materno.

 

 M.Other sono tre modi diversi di essere figlie e madri. Ma tre modi vicini di essere donne. La compagnia ha analizzato testi, iconografie, opere classiche e moderne, ma anche madri e figlie di tutti i giorni, con l’intento di analizzare in che modo le donne siano state rappresentate nel loro ruolo di madri, e come queste rappresentazioni abbiano condizionato i molteplici modi di essere madre oggi. Medea, Anna Karenina, Madame Bovary, Maria, Eva, la matrigna di Cenerentola, mia madre, tua madre, Belen Rodriguez: ecco tutte le loro ispirazioni.

 Tre donne sono le loro voci. Ogni giorno, nella ritualità dell’incontro, la riaffermazione  della loro identità. Da cercare in casa, su una panchina, non importa. Da cercare comunque. Altrove.

 

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