I prodotti ''dolomitici'' unici perché generate da questa matrice rocciosa e dal clima di questi luoghi straordinari
RocciaMadre: importanti protagonisti del mondo culturale e turistico del Triveneto riuniti al Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo insieme agli operatori della Valle di Fiemme per definire le potenzialità del territorio dolomitico come risorsa per
un’economia dell’ospitalità consapevole e di successo
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PREDAZZO. Nei giorni scorsi si è svolto al Museo Geologico di Predazzo il convegno incentrato sulle Dolomiti e le numerose risorse che queste maestose montagne offrono a locali e turisti. Organizzato dal Muse di Trento in collaborazione con la Cantina Endrizzi di San Michele all’Adige, l’evento ha voluto evidenziare l’importanza della tutela dell’ambiente dolomitico. Utilizzare il particolare territorio in maniera consapevole al fine di promuovere i prodotti locali, ricchi di caratteristiche uniche del luogo. Ecco uno dei messaggi che si è voluto far passare, oltre a quello della condivisione delle ricchezze di questo luogo suggestivo con turisti ed esterni.
''RocciaMadre - ha spiegato il geologo Riccardo Tomasoni, responsabile del Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo, sede territoriale della Val di Fiemme del celebre museo di Trento – nasce da una collaborazione che spiega come il sapore delle produzioni agricole del territorio è unico, perché generato dalla matrice rocciosa e dal clima di questi luoghi. L’obiettivo del nostro museo a Predazzo è proprio questo: accompagnare il visitatore a scoprire la variegata identità dell’ambiente dolomitico, irripetibile in tutto il mondo''.
Ed è proprio dal nome dell’installazione “RocciaMadre” presente nel piano dedicato al tema della geologia del Muse, che ha preso forma l’interessante convegno tenutosi a Predazzo con importanti attori del mondo culturale e imprenditoriale delle Dolomiti. Il progetto, ideato da Aurora Endrici esperta di comunicazione ha visto partecipare, tra gli altri, Paolo Endrici, titolare della cantina Endrizzi, Marcella Morandini, direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco, Alessandro de Bertolini ricercatore della Fondazione Museo Storico del Trentino.
Graditissimo al pubblico il racconto di Stefano Felicetti, titolare dell’omonimo Pastificio Felicetti orgoglio di Predazzo e realtà produttiva di fama internazionale, che ha saputo comunicare il valore aggiunto di elementi quali acqua e aria delle Dolomiti come ingrediente insostituibile della qualità della loro pasta, oggi ricercata da chef stellati e gastronomie in tutto il mondo.
“Per chi proviene dal mondo del vino questo è il concetto chiamato terroir: alla base della qualità di un vino c’è il giusto vitigno, sulla giusta roccia nel suo giusto clima” questa la preziosa chiave di lettura suggerita dalla cantina Endrizzi e dal suo titolare Paolo Endrici. Marcella Morandini direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco ha sottolineato come in dieci anni dalla sua nascita, la Fondazione abbia portato alla creazione di una rete fitta di oltre 80 operatori agricoli e dell’ospitalità di montagna –soprattutto rifugi, generando un network virtuoso di scambi e comunicazioni culturali vitale per l’economia di tutti.
Decisivo l’intervento dello Slow Food Trentino Alto Adige e del suo Presidente Sergio Valentini. “Abbiamo presentato agli albergatori e ristoratori presenti al convegno un nostro Laboratorio del Gusto con alcuni straordinari prodotti dei Presidi dell’arco dolomitico, dichiara Valentini. Ogni angolo agricolo delle nostre montagne trivenete offre prodotti dal sapore e valore nutrizionale impagabile, frutto di economie agricole di resistenza a filiera corta che vanno sostenute come leva di unicità anche nella comunicazione al turista.” Al laboratorio del Gusto hanno preso parte i responsabili dei Presidi: Laura Salinas del Fagiolo Gialét della Valbelluna, Riccardo Casanova del Presidio Casolet della Val di Sole, Adam Givani del Presidio Caffè di Anterivo in Alto Adige, Franco Morandini del Presidio Puzzone di Moena, Filippo Bier del Presidio Pitina friulana, Oskar Messner del Presidio Pecora Villnoesser Brillenschaf della Val di Funes e il Presidio del Trentingrana di Malga.
“L’investimento nella cultura del territorio da parte dei suoi abitanti ed operatori è l’unica chiave vincente di in un marketing turistico efficace in grado di porre le basi per una concreta fidelizzazione del cliente e una definizione di un’offerta turistica sempre più ambiziosa”, ha concluso Giancarlo Cescatti, direttore della Apt Valle di Fiemme.