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Per "La Caserma", il programma Rai che vuole insegnare la disciplina ai ragazzi, nel 1917 a Levico sventolava il tricolore
La Rai ha lanciato un nuovo programma per la prima serata del secondo canale. Si chiama "La caserma", e sulla falsariga de "Il collegio" dovrebbe insegnare la disciplina a dei ragazzi indisciplinati e "individualisti" calandoli in una realtà immersa nella natura. L'ambientazione è infatti Levico Terme, ma nel riportare indietro la lancetta del tempo i produttori non devono aver avuto molto chiara la storia del territorio

LEVICO TERME. Una bandiera italiana campeggia di fronte alla caserma di Levico Terme. È il 1917 e 21 ragazzi fra i 18 e i 22 anni vivranno per 6 settimane un'esperienza tesa a farli “diventare una squadra” mediante disciplina, sacrifici “fisici e mentali” e ferree regole. “Un mix avvincente tra reality esperienziale e adventure”, lo definisce la Rai, che tramite un comunicato lancia la sua nuova creazione per la prima serata del secondo canale: “La Caserma”.
A guardare la presentazione del programma, con cui la televisione pubblica, in collaborazione con Blu Yazmine, rilancia un altro reality di successo (“Il collegio”), in molti potrebbero storcere la bocca. La smorfia in effetti si produce sul volto dello spettatore – già di fronte al trailer – non solo per la retorica tutta “ordine e disciplina” che si vorrebbe imporre su una generazione “spesso individualista e meno abituata alle regole”, ma anche per l'inciampo storico (presumibilmente non voluto, o comunque trascurabile ai fini del programma) di una bandiera sbagliata in un contesto sbagliato.
Come avviene nell'altro programma citato, in cui dei giovani indisciplinati vengono rinchiusi in un collegio dei decenni passati per misurarsi con l'esame di Stato di un anno particolare (dagli anni '60 agli anni '90), anche in questo caso la lancetta del tempo viene riportata indietro per imporre la disciplina dell'epoca. E così, nel caso di questa rivisitazione del format internazionale “Lads Army”, La Caserma porterà i 21 partecipanti a calarsi nell'anno domini 1917.
Niente bandiera tricolore, dunque, ma quella giallo-nera dell'Impero austro-ungarico. Niente foto di Sergio Mattarella, ma quella dei baffoni dell'austero “Cecco Beppe”, coi suoi occhi celesti ben diversi dal mediterraneo presidente della Repubblica italiana. Ma soprattutto, essendo una caserma, disciplina imposta con la dura lingua teutonica, e non con la melodica favella dantesca. A Levico Terme, nel 1917, infatti, non era Italia bensì Austria-Ungheria.
Al di là dell'anacronismo, come detto alquanto trascurabile ai fini del programma e, molto probabilmente anche agli occhi dello spettatore medio, è piuttosto il senso del format a sollevare qualche interrogativo. Le tante invocazioni sul ritorno della naja in Italia devono aver infatti stuzzicato qualche produttore televisivo infastidito dai costumi laschi delle nuove generazioni, la “millennial generation”, scrive la Rai nel comunicato, sbagliando definizione (sarebbero semmai i ragazzi della generazione Z).
“La mission? - conclude la nota di presentazione del programma – tanta emozione e una straordinaria esperienza di convivenza e crescita personale per i nostri giovani protagonisti”. Ma è la caserma il luogo giusto per apprendere valori positivi e incamminarsi in un processo di crescita “di convivenza e personale”? Dalla scarsa propensione per la cultura storica e dalla retorica militaresca, per chi volesse, si può già intravedere la risposta.