Musica, ballo, arti visive: gli "Incanti" diventano "Piccoli" ma restano grandi a Piedicastello
Domani pomeriggio nel sobborgo cittadino la manifestazione artistico-social-creativa promossa da Anima Mundi/Creativity Factory. Nata a Gardolo si è "rimpicciolita" ma resta un'iniziativa capace di stupire e coinvolgere

TRENTO. “Popolo degli invisibili, uomini e donne, giovani ragazzi e ragazze, bambini e anziani, creativi, artisti e sognatori, curiosi e scettici seguiteci con l’orgoglio e la dignità di chi si sente dalla parte buona della vita”. Abbondanza di poesia – e di speranza – nelle tre righe di sintesi che lanciano la quarta edizione di “Incanti” che domenica migrerà da Gardolo, (sede dei primi tre eventi) a Piedicastello. Nel trasferirsi da una periferia all’altra la manifestazione artistico-social-creativa promossa da Anima Mundi/Creativity Factory si è rimpicciolita.
Si è ridotto il budget concesso - non senza il disarmante calvario dei rinvii e delle incertezze - dall’ente pubblico, (Provincia, Comune). E la cassa più magra ha imposto ai promotori un cambio di titolo lascia intuire l’amarezza di Fausto Bonfanti e di Ivan Tanteri, il duo che s’è inventato e che dirige l’iniziativa. Gli “Incanti” sono così diventati “Piccoli” per una scelta obbligata della serie “chi vuole intendere”. “Ma il ridimensionamento tecnico non significa impoverimento dell’evento – mette le mani avanti Fausto Bonfanti – perché è una ricchezza non quantificabile l’entusiasmo nostro e delle centinaia di protagonisti che si sono fatti coinvolgere nel trasformare strade, angoli, palazzi, luoghi in palcoscenico delle emozioni e delle sorprese”.
Gli “Incanti” di B&T, (Bonfanti e Tanteri, promoter e regista), hanno una caratteristica ormai ben definita, un marchio che le tre edizioni di Gardolo hanno reso piuttosto riconoscibile. Si “aggredisce” un territorio con la forza di una creatività multidisciplinare. Lo si “veste” con suggestioni scenografiche che puntano a far risaltare aspetti di un quartiere che vengono vissuti con disattenzione. Si chiede alla musica, al ballo, alle arti visive ed espressive, alla mimica e al teatro di “animare” gli spazi. E si inventa un percorso che deve valorizzare – assieme – spazio fisico e spazio culturale. A Gardolo l’operazione era riuscita. Il primo anno “Incanti” fece folla. Una folla di “stupefatti” – indigeni e cittadini – che inseguivano meravigliati piccoli eserciti di figuranti biancovestiti e che si accalcavano tra un ballatoio e l’altro di un centro magnifico e ignoto ai più per sentire un verso, una canzone, una filastrocca. Il secondo anno il vento gelido fece scempio dell’allestimento e vanificò mesi di sforzo organizzativo. Il terzo anno, l’anno scorso, l’inverno non infierì ma si respirò un’aria troppo carica di ripetitività.
La formula dell’arte di strada è infida: funziona solo se muta clichè, se di volta in volta gioca a spiazzare nell’offerta artistica e nella gestione scenica degli eventi. L’abbandono di Gardolo e la scelta di Piedicastello appare dunque salutare se Anima Mundi eccetera avranno un approccio diverso per un quartiere diverso. Piedicastello è una piazza minuscola. Piediscatello è “le gallerie” – (che saranno tra l’altro la location di emergenza in caso di maltempo, non previsto). Ma Piedicastello è anche case popolari. Ed è anche “fu industria” di capannoni e dell’ex Italcementi. E, di più, Piedicastello è anche e soprattutto fiume. C’è dunque di che inventare per la coppia Bonfanti/Tanteri e collaboratori vari per concretizzare la promessa che è insieme la filosofia di Incanti.
“Si tratta di un progetto – ripetono i promotori - dove l’obiettivo primario è quello di realizzare in particolari territori, luoghi o spazi una vera e propria produzione mirata basata sul tema della memoria, della scoperta, della riqualificazione e della valorizzazione urbana. La creatività diventa sia strumento di intervento e di lavoro, che elemento attorno al quale coinvolgere le realtà e soggetti del territorio individuato, insieme ad altri soggetti del panorama creativo nazionale ed internazionale”. Concetto lungo ma traduzione semplice: usare l’arte, anche quella dell’arredo scenico, per sviluppare e rilanciare il senso di appartenenza di una popolazione – vecchia e nuova, multilingue e multicolor – al territorio che abita ma che forse non “vive”. Ci riusciranno? Basta aspettare domenica, dalle quattro del pomeriggio.
La promessa dei promotori è quella di stupire e divertire ed anche quest’anno l’elenco dei singoli e dei gruppi che si prodigheranno nei “Piccoli incanti” è lungo e fitto. “Nei diversi spazi del nuovo percorso – hanno detto ieri nella presentazione alla non casuale sede degli Alpini - saranno realizzati allestimenti scenografici, installazioni, performance musicali e teatrali, eventi di danza, ricreazione di ambienti architettonici e/o naturali, momenti di filò dai quali emergeranno le memorie e l’immaginario del territorio, le tracce sepolte, le tante identità e le tante aspettative. Con scopo primario sempre l’attenzione verso una possibile riqualificazione e valorizzazione urbana e territoriale che passa dalla, a noi cara a tal punto da definirla “metodo”, scienza delle arti applicate. Dalla Creatività”.
L’idea è quella di toccare, anno dopo anno, tutte le circoscrizioni con “Incanti”. Si vedrà. Se nel percorso Gardolo-Piedicastello gli Incanti sono giocoforza diventati “piccoli” non si vorrebbe che andando avanti il piccolo si riducesse fino a diventare prima minuscolo e poi invisibile.