La tavolozza di Izzy Barber porta a Trento l’anima di New York: "Una pittura che immortala quei luoghi dove la vita quotidiana è più serrata, affollata e intensa"
Allo Studio d’Arte Raffaelli la mostra sulle opere di Izzy Barber, pittrice impressionista post-litteram. Durante l’inaugurazione, prevista per il 5 ottobre, sarà possibile conoscere la giovane artista statunitense, riconosciuta internazionalmente per i suoi lavori sulla vita quotidiana di New York

TRENTO. Izzy Barber, giovane artista newyorkese, con il suo modo di reinterpretare l’arte pittorica è uno di quei nomi da tenere d’occhio da qui ai prossimi anni nel panorama artistico contemporaneo. Capace di muovere gli interessi del collezionismo internazionale, Barber spariglia le carte giocando nel campo dell’immagine, dove solitamente a farla da padrone sono la digitalizzazione e l'istantaneità.
La mostra Waiting Game, la cui inaugurazione è prevista per giovedì 5 ottobre allo Studio d'Arte Raffaelli di Trento, è un invito aperto alla cittadinanza di conoscere da vicino l’arte dell’americana. Si tratta, infatti, della prima mostra personale in Italia dedicata all’artista, che vedrà la stessa Barber presente all’evento di apertura.

Caratteristica principale del lavoro di Izzy Barber è quella di riproporre una relazione con il medium pittorico che guarda indietro al tempo dei maestri impressionisti. Con pochi e veloci tratti, i pennelli della giovane artista catturano scene di vita quotidiana che raccontano una New York lontana dai riflettori. Tra i soggetti preferiti, infatti, spiccano sia le vedute urbane, che appaiono un po' distorte, come viste dal finestrino di un autobus, sia i paesaggi umani, fatti di scene corali con persone sedute al bar o in spazi pubblici. Infine, un posto particolare nella produzione della pittrice è occupato dalle scene ritratte nei locali notturni, luoghi in cui l’artista si trova spesso costretta a farsi accompagnare per agire indisturbata.
A tal proposito, il critico d’arte Stefano Castelli, che ha curato il testo del catalogo, commenta così l’impianto artistico di Barber: “Anziché en plein air, come nel caso della pittura impressionista e delle ricerche ad essa affini e coeve, en plein milieu: sul posto, in presa diretta, all’aperto o spesso al chiuso – sui mezzi pubblici, nei bar oppure per strada, dove la vita quotidiana è più serrata, affollata e intensa”.
Guardando al panorama artistico attuale, la scelta di Barber risulta rivoluzionaria, soprattutto se confrontata con la scena newyorkese, dove la maggior parte degli artisti lavora all’interno di uno studio. Inoltre, dipingere dal vero affidandosi di volta in volta a luoghi che catturano la propria attenzione, impone alla pittrice la scelta di formati di piccola dimensione. “La pittura - sostiene l’artista - è prima di tutto e innanzitutto una pratica, basata sul tempo e sottoposta a limitazioni”.
Che siano disegni su carta, acquerelli o dipinti ad olio, le opere di Barber, forti delle emozioni impresse dall’artista, rappresentano delle istantanee sul mondo reale, capaci di fare concorrenza alle storie Instagram o ai contenuti di TikTok nel descrivere le pieghe della società.
L’arte dell’impressionista post-litteram è riconosciuta a livello internazionale non solo da critici ed esperti del settore, ma anche da alcuni colleghi, come l'artista italiano naturalizzato americano Francesco Clemente, di cui è attualmente assistente e che l’ha sostenuta nella sua prima mostra alla galleria James Fuentes di New York.
In occasione del vernissage della mostra, previsto per le 18 di giovedì 5 ottobre negli spazi dello Studio d’Arte Raffaelli, sarà presente anche l’artista, che ha curato personalmente l’allestimento. L’augurio è che durante il soggiorno nel capoluogo, Barber produca nuove opere raffiguranti la quotidianità trentina. Sarebbe un’ottima occasione per la popolazione di guardarsi allo specchio, sotto una nuova luce.