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Fusione Dolomiti Energia - Agsm, la Cgil favorevole: "Opportunità per il territorio"
Incontro a Verona tra le categorie che si occupano del comparto energia. "Dalla fusione un polo industriale di ragguardevoli dimensioni"

TRENTO. La decisione sulla fusione tra le società trentina e veneta, Gruppo Dolomiti Energia e Agsm, sarà presa a fine mese. Sono in corso trattative e riunioni tecniche e strategiche tra le due società, ma anche i sindacati discutono in proposito.
La questione è talmente importante che a Verona, alla presenza del responsabile nazionale per le politiche energetiche, si sono incontrate le delegazioni di trentine e veronesi della Filctem Cgil, la categoria del sindacato di Susanna Camusso che si occupano del comparto energia. “Al fine di fare il punto della situazione sul progetto di fusione tra le due multiutility”, scrive nel comunicato la realtà trentina.
Le due multiutility, lo ricordiamo, sono due importanti società: il Gruppo Dolomiti Energia è a maggioranza pubblica, con un fatturato di 1,3 miliardi di euro nel 2015 e 1.400 dipendenti. AGSM, anch'essa pubblica al 100%, ha un fatturato di 800 milioni di euro e 1.600 dipendenti.
“Le ragioni di questo incontro – spiegano i sindacalisti – risiedono nell'interesse comune del sindacato e dei lavoratori sull'ipotesi in questione la quale, tra le altre cose e se attuata, richiederà un aggiornamento delle stesse strutture sindacali locali e, in questo senso, quella di ieri è stato un primo passo”. Per la Filctem Cgil tali aggregazioni, necessariamente supportate da un solido piano industriale, “possono diventare un'opportunità per il territorio di riferimento generando così ricadute positive anche su i livelli occupazionali”.
“Senza dubbio l'aspetto finanziario dell'operazione conta – affermano nel comunicato – sopratutto alla luce del calo tendenziale dei consumi energetici e della probabile riduzione degli utili ma, al di là di ciò, la fusione di queste due importanti realtà aziendali darebbe vita a un polo industriale di ragguardevoli dimensioni”: oltre 3.000 dipendenti e ricavi per più di 2 miliardi di euro, ad alto contenuto tecnologico e con importanti prospettive di crescita.
Per i sindacati “è assolutamente necessario avviare un approfondimento con i rispettivi vertici aziendali finalizzato innanzitutto a conoscere la strategia aggregativa, il relativo piano industriale e la necessaria salvaguardia dei livelli occupazionali”. Il sindacato trentino, però, ritiene utile riprendere “la storica questione relativa al coinvolgimento di altre realtà aziendali presenti sul territorio e oggi ancora fuori dal perimetro di Dolomiti Energia”.