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Incidenti sul lavoro, l'allarme della Fenalt: ''Serve un'altra squadra di pronta reperibilità. Ma Apss e la politica non fanno nulla per risolvere i problemi degli ispettori''

La richiesta degli ispettori è quella di tutelare la loro professione e quindi la cittadinanza attraverso l'istituzione di una seconda squadra di reperibilità pronta a intervenire su chiamata. Paolo Panebianco: "La prevenzione è la chiave sulla sicurezza"

Di L.A. - 26 settembre 2021 - 20:08

TRENTO. "E' preoccupante l'immobilismo dell'Apss e della politica provinciale davanti all'emergenza degli infortuni sul lavoro". Queste le parole di Paolo Panebianco, segretario sanità Fenalt. "Nonostante i continui episodi, anche gravi, non si sta facendo nulla per risolvere le problematiche segnalate alla dirigenza dagli ispettori già a partire dal 2019".

 

Nei primi sette mesi nel 2021 in Trentino sono stati registrati 7 morti sul lavoro (Qui articolo), un dato che si è aggiornato in queste settimane con il decesso di altre 2 persone. La richiesta degli ispettori, in sostanza, è quella di tutelare la loro professione e quindi la cittadinanza attraverso l'istituzione di una seconda squadra di reperibilità pronta a intervenire su chiamata. 

 

"A causa di varie vicissitudini - dice Panebianco - c'è stata una vertenza che si è trascinata per anni e prima dell'emergenza Covid. L'Apss ha cercato una via sperimentale con il ricorso al servizio di pronta adesione ma questo meccanismo non è normato a livello contrattuale e quindi non è regolamentare. Gli istituti prevedono, infatti, la pronta disponibilità che se attivata andrebbe a sopperire a mancanze organizzative oggettive alle quali i professionisti non sono in grado di far fronte".

 

Chiamate simultanee, sforamenti dell'orario di lavoro, situazioni che rischiano di generare disservizi e disagi agli ispettori, "costretti a sopperire con buona volontà e impegno - prosegue Panebianco - per evitare ricadute negative sul cittadino. Quando si parla di infortuni sul lavoro sono tutti pronti a riempirsi la bocca di belle parole, tutti pronti a tirar fuori dal cilindro magico soluzioni più di comodo che di sostanza. Si cerca di standardizzare, burocratizzare e racchiudere tutto attorno alle procedure, scostandosi a volte della realtà".

 

L'intenzione della Fenalt è quella di accelerare sull'istituzione di un'altra squadra in pronta disponibilità. "E' necessario ragionare in questa direzione: il costo per l'azienda è minimo e si aggira intorno ai 20 mila. I vertici, però, dell'Apss sono tutti facenti funzione e c'è un rimpallo tra dirigenti. Non è diversa la situazione tra assessorati provinciali di riferimento. Il risultato? Tutto è fermo. Ma se si vuole fare prevenzione è necessario che l'ispettore tecnico delle prevenzione, che non a caso ha questa denominazione, sia presente sul territorio: deve poter intervenire in tutte le situazioni, anche in quegli incidenti che vengono considerati minori".

 

A oggi non sarebbero arrivate indicazioni anche dalla Provincia. "Gli ispettori - evidenzia il segretario sanità della Fenalt - avevano chiesto anche un incontro all'assessore Achille Spinelli, persona sensibile alla tematica degli infortuni, ma non ci sono stati riscontri. E' stata inoltre rinnovato l'invito a fissare un incontro all'assessora Stefania Segnana ma la politica non sembra interessata a farsi carico della sicurezza negli ambiti lavorativi".

 

In base agli ultimi open data dell’Inail in Trentino, nel comparto manifatturiero, tra gennaio e luglio 2021 si sono verificati 523 infortuni, contro i 372 del 2020. "Il tecnico della prevenzione Ispettore del Lavoro è una figura fondamentale per fare prevenzione in tutti i settori dall'industria alla cantieristica alla tutela dell’ambiente, porta il proprio bagaglio formativo e la propria esperienza contribuendo spesso a risolvere situazioni prima che queste generino ulteriori incidenti. La richiesta dei professionisti è da mesi oggetto di rimpallo da parte dei vertici Uopsal–Apss. A questo punto prendiamo atto dell'incapacità di dare risposte e siamo pronti a intraprendere tutte le azioni, anche legali, necessarie per tutelare i lavoratori", conclude Panebianco.

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