
E' scomparso Javier sulle Dolomiti Bellunesi: “E' alto [...]

Il segugio Lux morso sul muso da una vipera: ''E' ancora [...]

Scarse nevicate ed elevate temperature, nei rifugi [...]

All’alba la musica techno a tutto volume “sveglia” [...]

Disperso in montagna da una settimana, trovato in un [...]

Olimpiadi 2026, lettera degli ambientalisti al Cio: ''Si [...]

Un capolavoro ingegneristico fra Veneto e Trentino: fra [...]

"Una piramide coperta da lamiere": il nuovo rifugio sul [...]

"Ogni cosa qui richiede sacrifici, ma basta alzare gli [...]

Il bostrico attacca le foreste sopravvissute alla [...]
Marmolada, la ''lite dei confini'' potrebbe finire: ''Si parte dall'accordo Dellai-Galvan. 'No' a nuovi impianti: il ghiacciaio soffre e si metterebbe in discussione Unesco''
Il tema dei confini non è mai stato risolto fino in fondo con aspre battaglie in tribunale. Il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin: "C'è stato un incontro tra Provincia di Trento, Regione Veneto e i 2 Comuni. L'ipotesi è di ragionare dall'accordo Dellai-Galvan. E siamo soddisfatti di poter ritornare a parlare serenamente con il Comune di Canazei"

ROCCA PIETORE. Un passo indietro di 20 anni, ma qualcosa ritorna a muoversi sulla Marmolada. Il tema è sempre quello dei confini, una partita mai chiusa e una tensione mai sopita tra Trentino e Veneto. Un elemento di novità è soprattutto il ritorno al dialogo tra Rocca Pietore e Canazei.
"C'è stato un incontro tra Provincia di Trento, Regione Veneto e i 2 Comuni. L'ipotesi - dice Andrea De Bernardin, sindaco di Rocca Pietore - è quella di ragionare sull'intesa raggiunta dai governatori Lorenzo Dellai e Giancarlo Galan. Già all'epoca avevamo trovato questo accordo soddisfacente, ma Canazei aveva disconosciuto il protocollo: tutto si era fermato e la situazione non si è più sbloccata".
Il tema è sempre stato bollente. Una Marmolada un po' troppo veneta per i trentini e un po' troppo trentina per i veneti. Il confine dovrebbe essere un capitolo chiuso, ma la vicenda si prolungata e risente di anni di sentenze, ricorsi e appelli. Lungaggini che rallentano anche possibili interventi di revisione degli impianti risalita. Una sfida secolare tra Rocca Pietore e Canazei.
I bellunesi sono stati riconosciuti titolari del ghiacciaio fino al 1911, quando poi la proprietà è piombata in Trentino dopo la sentenza della commissione internazionale istituita per definire i confini tra Italia e Austria. Questo confine del ghiacciaio lungo la cresta è stato confermato e ratificato anche nel 1982 dall'indimenticato presidente Sandro Pertini. Ma da lì liti giudiziarie e carte bollate, riguardo soprattutto alle costruzioni degli impianti, non sono mancante negli anni con i cippi di confine mai posizionati.
Nonostante la decisione dell'allora presidente della Repubblica, Rocca Pietore non si era arresa e nel frattempo sono arrivati gli anni caldi delle bordate all'autonomia. In quel clima si raggiunse l'accordo di comodo Dellai-Galan datato 13 maggio 2002, un'intesa per cercare di sistemare l'impasse e salvaguardare la 'specialità' con il Trentino che si ritira di 30-40 metri.
"L'intesa lascia il ghiacciaio interamente al Trentino - aggiunge De Bernardin - ma restano due piccole enclave a Rocca Pietore e Serauta: questo consente di avere le stazioni in territorio Veneto, una soluzione politica per evitare strascichi in tribunale. Troppo difficile gestire partenza e arrivo in giurisdizioni differenti con normative diverse".
Si valuta di tirare fuori dal cassetto un collegamento fino a Serauta. "Le direttive Unesco - prosegue il sindaco di Rocca Pietore - permettono di intervenire per ammodernare gli impianti esistenti, quindi crediamo che siamo possibile ripristinare quanto attivo una ventina di anni fa. Si potrebbe pensare di ricostruire anche la seggiovia di Pian dei Fiacconi, seppur con una linea leggermente diversa e rettificata per una migliore razionalizzazione".
C'è il 'No' a nuovi impianti. "Arrivare a Punta Rocca non ha più senso: la morfologia è cambiata, il ghiacciaio in forte sofferenza e il pericolo valanghe è aumentato per la fragilità del sistema. Inoltre nuove costruzioni significherebbe rimettere in discussione il riconoscimento di Patrimonio dell'umanità Unesco e non possiamo permetterci di perdere questo valore aggiunto. La certificazione è percepita più a livello internazionale che in Italia, ma in futuro scopriremo l'importanza di questa opportunità. Ora è tutto prematuro e devono parlare Provincia di Trento e Regione Veneto: le istituzioni hanno molte partite aperte. Intanto è importante essere ritornati a discutere serenamente con Canazei", conclude De Bernardin.