"Il divieto del Cai? Un'inaccettabile limitazione", Enpa Trentino: "Nei bivacchi devono poter entrare anche i cani: la sensibilità delle persone è cambiata"
La presidente di Enpa del Trentino Ivana Sandri: “All'arrivo dell'estate vengono diffuse campagne contro l'abbandono di animali, ma nei fatti siamo ancora molto lontani da essere un territorio ‘animal friendly’. Lo dimostra la notizia, divulgata dai media, della disavventura vissuta da due giovani escursioniste che non avevano potuto trovare riparo nel bivacco della Vigolana, a quota 2.030 metri, a causa del cane che le accompagnava, nonostante l'ora tarda”

TRENTO. Prosegue la discussione che ha preso il via negli scorsi giorni, in seguito alla disavventura in quota raccontata a Il Dolomiti da Giada Petroni: “Io ed una mia amica, giunte al bivacco della Vigolana, siamo state costrette a tornare a valle al buio, perché la nostra cagnolina là non ci poteva entrare”. Una questione che ha acceso gli animi, fra chi ritiene che il divieto imposto dal Cai nelle proprie strutture sia giusto e chi, invece, come Carlo Alberto Zanella, crede si tratti di “una regola arcaica”.
Ad aggiungersi per dire la propria, è ora anche l’Enpa del Trentino, che attraverso la presidente Ivana Sandri fa sapere: “All'arrivo dell'estate vengono diffuse campagne contro l'abbandono di animali, ma nei fatti siamo ancora molto lontani da essere un territorio ‘animal friendly’ - premette -. Lo dimostra la notizia, divulgata dai media, della disavventura vissuta da due giovani escursioniste che non avevano potuto trovare riparo nel bivacco della Vigolana, a quota 2.030 metri, a causa del cane che le accompagnava, nonostante l'ora tarda”, riporta Sandri.
“Una segnalazione della scarsa accoglienza verso gli animali d'affezione, che sarebbe potuta diventare una bruttissima notizia di cronaca, se le due sfortunate protagoniste non avessero trovato riparo per la notte in un rifugio della zona”, fa notare.
“In breve, il regolamento del Cai vieta l'accesso ai bivacchi alle persone accompagnate da cani. Si tratta di strutture aperte a tutti, che vengono pulite circa due volte all'anno, con l'ovvia conseguenza che vi si possono reperire le tracce lasciate da frequentatori incivili, oppure ci si può trovare a condividere l'esiguo spazio con persone che dell'igiene hanno una visione poco condivisibile”, lascia intendere Sandri.
“Pertanto non può essere il timore dei danneggiamenti o della sporcizia a impedire l'accesso ai cani, bensì il retaggio di una visione obsoleta di questi animali, fortunatamente oggi superata da una più profonda e diffusa sensibilità”, prosegue la presidente di Enpa del Trentino, ringraziando “il presidente del Cai Alto Adige, Carlo Alberto Zanella, che ha preso posizione contro questa immotivata e inaccettabile limitazione, proponendo di consentire l'accesso ai cani in caso di emergenza”.
“Siamo convinti sia giunto il momento di modificare finalmente le regole per l'accesso ai bivacchi, per rispondere alla mutata sensibilità della società verso gli animali. Pertanto chiediamo che nei bivacchi possano normalmente entrare anche i cani: sono ormai considerati membri della famiglia e nessuno deve essere messo nella condizione di dover scegliere fra passare la notte in un ricovero sicuro, oppure essere costretto ad affrontare i rischi della montagna, pur di non abbandonare il proprio animale all'esterno”, conclude Sandri.