
Coronavirus, dopo le proteste Segnana apre alle modifiche [...]

Aveva provocato un incidente in Valsugana, ora è già [...]

Alessia Ambrosi passa dalla Lega a Fratelli d’Italia: [...]

Variante sudafricana, l'Ue consegna 100mila dosi di [...]

Sulla gestione della pandemia, la giunta boccia le [...]

Con il Covid tutto bloccato e per i tumori al seno attese [...]

Trento, Vittorio Bridi è il nuovo vicepresidente del [...]

Coronavirus, nuovo Dpcm fino Pasqua. Scuola in Dad in [...]

Ugo Rossi in Azione. Raffaelli: ''Per noi un salto di [...]

Vaccini, Austria e Danimarca si alleano con Israele per [...]
''La vicepresidenza del Consiglio provinciale sia data ad una donna''. L'unica candidata sarebbe Manuela Bottamedi
E' lei l'unica donna all'opposizione e la carica spetta ad un esponente della minoranza. La proposta arriva dal Comitato non ultimi "per un riequilibrio di genere all'interno di un Ufficio di presidenza tutto al maschile"

TRENTO. Forte della vittoria sulla doppia preferenza di genere, il Comitato non ultimi continua la sua battaglia in favore delle donne in politica e lancia una nuova proposta: "La vicepresidenza del Consiglio provinciale sia data ad una donna".
Il posto è vacante, lasciato libero da Walter Viola che è passato alla maggioranza, perché la carica della vicepresidenza spetta alle minoranze. E tra le minoranze l'unica donna è Manuela Bottamedi, quindi la richiesta è implicita: "Quel posto sia dato a lei".
"Fino ad oggi tale Ufficio è composto solo da consiglieri appartenenti al genere maschile - dicono le donne del Comitato in una lettera inviata al presidente Bruno Dorigatti - e tale composizione lede il principio costituzionale declinato dall'art.51".
E l'articolo indicato è questo: "Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza (...)". Dunque se l'Ufficio di Presidenza è paragonabile ad un ufficio pubblico, secondo il Comitato non ultimi "deve attenersi al rispetto della norma costituzionale e nominare una donna all'interno dell'ufficio stesso, ponendo fine ad una composizione illegittima di tale organo".
La diretta interessata si dice onorata di questa attenzione. "Capisco anche le regioni del Comitato - afferma - perché in effetti spetterebbe a una donna quel posto, è vero, per un riequilibrio di genere che ora effettivamente è negato".
"Ma da parte mia - dice la consigliera - non c'è nessuna auto-candidatura. Si tratta di una carica istituzionale importante - ammette Bottamedi - e se fosse ricoperta da una donna sarebbe un segnale importante. Però dobbiamo tener conto che queste cariche ingessano l'iniziativa politica di chi le ricopre, e vorrei invece spendere quest'ultima parte di legislatura per continuare le mie battaglie".
"E in particolare vorrei impegnarmi soprattutto nella battaglia culturale - spiega - per dare corpo e sostanza alla mia legge appena approvata dal Consiglio provinciale. Nei pochi mesi che ci separano dalle elezioni del prossimo autunno - conclude - è proprio questo che voglio fare".
La minoranza, però, si è un po' risentita di questa 'ingerenza'. Per Giacomo Bezzi si tratta di "un'invasione di campo". Perché, "è chiaro che la proposta arriva dalle donne del centrosinistra e questo significa che la maggioranza cerca di condizionare una decisione che spetta alle minoranze".
Anche Cia rispedisce al mittente la proposta: "Perché non hanno eletto una presidente donna al posto di Dorigatti? Questa scelta spetta alla minoranza e non capisco perché il Comitato non ultimi deve dettare la nostra agenda".
Cia ricorda che la scelta della vicepresidenza è determinata anche da altri fattori: "Sarebbe opportuno che a quella carica andasse qualcuno che ha già esperienza, perché in pochi mesi è difficile partire da zero e imparare tutto il regolamento".