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Orsi e lupi, inizia la discussione della legge che prevede l'abbattimento. Il Centro grandi carnivori: ''Paura infondata''
Favorevoli alla legge il Consiglio delle autonomie e consorzio comuni, la Magnifica comunità di Fiemme e Asuc. L'esperto: "Il lupo non ha mai attaccato l'uomo, serve maggiore cultura per evitare la sindrome alla 'Cappuccetto rosso"

TRENTO. E' iniziata in Consiglio provinciale la discussione sul disegno di legge 230, quella proposta dall'assessore Michele Dallapiccola in materia gestione grandi carnivori.
La terza commissione si è riunita per avviare le audizioni e ascoltare in questa seduta i pareri del Consiglio delle autonomie e consorzio comuni, la Magnifica comunità di Fiemme, le Asuc, il Muse e il Centro Grandi Carnivori.
Quindi nelle prossime ore spazio anche a Ente parco Paneveggio-Pale di San Martino, albergatori e imprese turistiche, cacciatori e associazioni animaliste. Ma anche Federazione cooperative, agricoltori, apicoltori e allevatori.
La tornata elettorale in autunno si avvicina e dopo cinque anni la Giunta preme sull'acceleratore per arrivare a deliberare questa legge, un unico articolo per adottare misure di prevenzione e intervento connesse alla gestione di orsi e lupi in Trentino, compresa la scelta estrema di uccidere questi animali, all'inizio di luglio. Prima della chiamata alle urne e soprattutto delle vacanze estive.
Sono sei i branchi di lupo presenti in Trentino, più una coppia (Valle di San Pellegrino – Paneveggio) e un singolo individuo (valli di Peio e Rabbi), mentre si sale a 10 a scavalco nelle Alpi centro-orientali, anche fuori Italia,
10 branchi sono invece stati rilevati complessivamente, nel 2017, in tutte le Alpi centro-orientali (anche fuori Italia).
"Quella del lupo è una paura infondata", questo in estrema sintesi il pensiero del Centro grandi carnivori. Un ente di gestione delle aree protette delle Alpi Marittime e della Regione Piemonte impegnato da 40 anni nel settore.
"Ho seguito - spiega Luigi Boitani - l’espansione su tutto l’Apennino, l’avvistamento sulle Alpi nel ‘92 fino all’arrivo nell’arco alpino e ogni volta che il lupo arriva in un posto nuovo rivedo la stessa storia: l’opinione pubblica sbanda tra pastorizia e gente comune".
Sono due i problemi principali per arginare la paura nei confronti del lupo. "L’opinione pubblica - prosegue l'esperto - deve saper fronteggiare tutte le informazioni false alla 'Cappuccetto Rosso'. Dal 1700 a oggi non c’è un attacco provato del lupo all’uomo, tranne alcuni rarissimi casi, che non fanno certo testo, in Alaska".
E il lupo attraversa tutte le notti i paesi nell’Italia centrale. "Abbiamo cento lupi nel parco d’Abruzzo - aggiunge Boitani - mentre un branco ha la tana sulla rete dell’aeroporto di Fiumicino, ma nessuno è allarmato perché in realtà non è mai successo nulla. Quindi tutta questa paura è assolutamente infondata".
L’altra barriera sono i reali danni alla pastorizia. Il suggerimento alle amministrazioni è quello di fare i conti sull’importanza e sulla realtà del danno nella consapevolezza che la prevenzione è la misura migliore. "Certamente - evidenzia l'esperto - è un lavoro in più per il pastore e il compromesso va trovato".
Il lupo è una specie che segue dinamiche di popolazione e può crescere anche del 30% all’anno, ma si sposta su grandi territori. Al secondo anno d’età il lupo lascia la famiglia e si sposta tra i 1.000 e 1.500 chilometri.
"Questo - dice Boitani - significa che gestire il lupo e trovare un serio compromesso non può essere fatta su scala di Provincia o Regione: è necessario prendere in considerazione l'intero arco alpino e si può sostenere la possibilità di qualche rimozione chirurgica dove serve, altrimenti siamo fuori dalla direttiva Habitat".
A questo bisogna aggiungere che i lupi hanno imparato che l’uomo è un animale pericoloso a sua volta, senza la necessitò di dover sparare sempre. "Il lupo - commenta l'esperto - rimane comunque un animale libero, catturarlo è difficilissimo e sterilizzarlo sarebbe poco influente. Le scelte politiche non mi riguardano, ma la direttiva Habitat è stata firmata dallo Stato e non dalle Regioni. Per questo la Provincia di Trento dovrebbe collaborare con le altre realtà alpine per gestire il lupo, il quale è un animale estremamente opportunista: prelevare chirurgicamente un animale a caso è dunque eticamente scorretto, oltre che biologicamente inutile".
Dopo un resoconto del Muse in merito al progetto Life Wolfalps, favorevoli invece al disegno di legge il Consiglio delle autonomie e consorzio comuni ("una norma di buon senso di cui abbiamo bisogno"), la Magnifica comunità di Fiemme ("Grave preoccupazione per i pascoli") e Asuc ("Un atto di coraggio della Giunta").