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I funzionari antincendi scrivono a Fugatti: “Ridurre i sopralluoghi mette in pericolo la sicurezza dei cittadini”
Con l’entrata in vigore del nuovo ordine i titolari delle attività potrebbero essere disincentivati al rispetto delle regole sulla prevenzione antincendi. Gli addetti ai lavori: “Il venir meno della certezza dei controlli avrà l’effetto di ridurre la tendenza alla regolarizzazione”

TRENTO. Il caso ormai è scoppiato: la riduzione dei sopralluoghi antincendio a seguito di una Scia preoccupa e non poco, tanto che funzionari e collaboratori antincendi, tramite una lettera, hanno deciso di fare appello direttamente al presidente della Pat Maurizio Fugatti ma anche ai dirigenti provinciali, fino ai sindacati di Cgil, Cisl, Uil e Fenalt.
Dopo l’interrogazione presentata dal capogruppo in consiglio provinciale del Movimento 5 Stelle Filippo Degasperi (QUI articolo) dove si accusa, senza mezzi termini, che questa scelta “metterà a rischio l’incolumità delle persone”.
L’ufficialità era arrivata a metà novembre quando il dirigente del servizio antincendi e della protezione civile della Pat ha firmato un ordine attraverso il quale si è disposto, che per quanto riguarda la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (Scia) di tipo B, i sopralluoghi siano ridotti al 20% sul totale delle richieste presentate.
Ciò significa che, con l’entrata in vigore del nuovo ordine (dal 1 dicembre 2019), solo alcune segnalazioni saranno sorteggiate per dei controlli a campione, in particolare ad essere escluse sono state quelle di categoria B, nelle quali rientrano strutture sanitarie fino a 100 posti letto, alberghi fino a 100 posti letto, scuole fino a 300 persone presenti, asili nido, locali di pubblico spettacolo fino a 200 persone e varie tipologie di attività lavorative sia artigiane che industriali.
Come sottolineano funzionari e collaboratori antincendi a livello nazionale, per il 2019, “i controlli a campione riguardano le diverse attività presenti su territorio per una percentuale non inferiore all’8% con priorità per le attività di categoria B”. In trentino invece si fa il contrario, dietro la “necessità di alleggerire il carico di lavoro degli appartenenti alla carriera direttiva dei Vigili del Fuoco in ambito della prevenzione incendi per riallocare le risorse in ambiti strategici in cui il Servizio è impegnato”, si privilegia il controllo delle attività di categoria A (generalmente i bomboloni di Gpl interrati) penalizzando però scuole, alberghi e strutture sanitarie.
“Non bisogna dimenticare che, ad oggi, i titolari delle attività sono incentivati a rispettare disposizioni di prevenzione antincendi proprio dalla certezza che i vigili del fuoco si presenteranno a controllare – si legge nella lettera – il venir meno di questa certezza avrà, presumibilmente, l’effetto di ridurre la tendenza alla regolarizzazione”.
Grazie alla capillare opera di verifica sul territorio infatti, si era contribuito a diffondere una cultura della sicurezza e della prevenzione degli incendi, passi avanti che potrebbero essere vanificati da questo nuovo ordine. Ma per gli addetti ai lavori questa decisione “avrà delle ripercussioni negative sulla sicurezza dei cittadini che useranno le strutture pubbliche e anche sulla sicurezza dei turisti che pernotteranno nelle strutture ricettive trentine” e nel tempo potrebbe perfino determinare “un progressivo impoverimento della professionalità del corpo permanente dei vigili del fuoco”.