Lo Scario di Fiemme si è dimesso: "Motivi di salute". Ma l'ipotesi del trasferimento dell'ospedale di Cavalese rischia di diventare uno scandalo
Dopo la clamorosa notizia delle dimissioni di Giacomo Boninsegna dal suo ruolo di Scario della Magnifica Comunità di Fiemme, il caso del trasferimento dell'ospedale di Cavalese nella zona di Masi rischia di trasformarsi in uno scandalo che potrebbe coinvolgere anche la Provincia. Fugatti nega che la giunta abbia spinto in questa direzione, ma la versione dell'ex Scario dice altro. Il consigliere Luca Zeni: "Situazione nebulosa. La Pat sapeva?"

CAVALESE. Dalla giornata di giovedì 15 ottobre, la Magnifica Comunità di Fiemme non ha più Giacomo Boninsegna come Scario. La notizia, clamorosa, è arrivata dopo le tante, troppe, indiscrezioni sulla vicenda dello spostamento dell'ospedale. Non è chiaro se Boninsegna, alla guida dell'ente dal 2014, abbia deciso questo gesto proprio in virtù di una situazione poco chiara come quella del nuovo nosocomio, avendo tra l'altro giustificato la sua scelta con “motivi personali e di salute”.
Se l'ex Scario, da parte sua, non ha voluto infatti rilasciarci dichiarazioni, non mancheranno certo degli sviluppi della vicenda, visto il comprensibile clamore suscitato nella valle e le notizie trapelate su una gestione un po' nebulosa di un progetto, quello del possibile trasferimento dell'ospedale, poco apprezzato dai fiemmesi. Sotto ai riflettori, oltre al ruolo dello stesso Boninsegna, è finita la Provincia, la cui parte dovrà essere del tutto chiarita. Per ora, il presidente Maurizio Fugatti pare aver escluso qualsiasi partecipazione dell'ente provinciale dalle operazioni volte a sondare il terreno per lo spostamento dall'attuale posizione dell'ospedale alla zona comunitaria del vivaio di Masi.
Diverse sono però state le affermazioni, anche da parte dello stesso Scario, di un coinvolgimento da parte di alcuni rappresentanti della Provincia, che avrebbero chiesto allo stesso di restituire i terreni in loco di proprietà della Magnifica Comunità proprio per lasciare spazio alla nuova struttura ospedaliera. A chiedere lumi sulla vicenda, è stato il consigliere Luca Zeni, ex assessore alla Salute nella giunta precedente.
In agosto Zeni decide infatti di depositare un'interrogazione di fronte al “serpeggiare di una certa preoccupazione rispetto alla concreta volontà della giunta provinciale di proseguire con convinzione per realizzare il nuovo ospedale”. Dalla stampa, infatti, arriva “la voce che alcuni residenti, proprietari di terreni in una diversa zona della Valle rispetto a quella dove è collocato oggi l'ospedale, siano stati avvicinati per sondare la loro disponibilità a vendere i terreni in vista della possibile rivisitazione della collocazione del nuovo ospedale da parte della Provincia”.
La reazione della Pat, questa volta, non tarda ad arrivare. “Alla prima interrogazione Fugatti ha risposto con un'inusuale solerzia – spiega il consigliere dem, raggiunto al telefono dal nostro giornale – poco prima delle elezioni, forse per la paura che la situazione sfugga di mano, il presidente risponde dichiarando come da parte della Provincia non ci sia alcuna volontà di spostare la struttura”.
“Ciò che è emerso, però, va in un'altra direzione – continua – dalle voci che girano per la valle, alcuni proprietari di appezzamenti nella zona di Masi sarebbero stati contattati dallo Scario e da un'azienda per sondare la disponibilità a vendere per costruire il nuovo ospedale. A gennaio, in un incontro con il sindaco di Cavalese e i consiglieri di zona, la Provincia avrebbe chiesto riservatezza, e così si chiede allo Scario. La Magnifica Comunità avrebbe così dovuto restituire dei terreni sottoposti a permuta, ma in nessun atto della Provincia si accenna all'ipotesi di una nuova struttura”.
“Sulla richiesta dell'acquisto, dunque, la Provincia fa un passo indietro. Si capisce che tutto può sfuggire di mano, ci sono le elezioni, e Fugatti rassicura la popolazione. Lo Scario, da parte sua, viene interrogato da alcuni regolani per capire se abbia sondato il terreno sulla vendita dei terreni. A questo punto viene da chiedersi: su mandato di chi i dirigenti avrebbero fatto queste chiamate? Questi si sarebbero mossi a titolo personale o Fugatti dice il falso?”.
La tensione nella Comunità però cresce. Agli abitanti l'ipotesi dello spostamento non piace, la contingenza storica non è certo delle migliori per poter valutare il trasferimento in un'altra zona. “Valutata l'opportunità politica, lo scarso entusiasmo e forse anche i rischi giuridici”, spiega Zeni, la Pat nega qualsiasi coinvolgimento. Eppure dalla ricostruzione offerta dallo stesso Scario qualcuno dalla Provincia chiede riservatezza e sembra muovere nella direzione di dar vita ad una nuova struttura in altro luogo.
Da qui si arriva alla seconda interrogazione, firmata sempre dal consigliere Luca Zeni. Intitolata “le molte verità di Cavalese”, l'interrogazione chiede ulteriori chiarimenti sul ruolo della Pat alla luce delle dichiarazioni mezzo stampa di Boninsegna. Si chiede “a quale titolo, posto che il Presidente della Provincia dichiara di non sapere nulla della vicenda in oggetto, i dirigenti della Provincia hanno contattato, a suo tempo, lo Scario della Magnifica Comunità per cessione dei terreni del vivaio e, in particolare, se tali dirigenti abbiano agito su mandato del Presidente o a titolo personale ed, in caso si fossero mossi a titolo personale, quali provvedimenti disciplinari intenda adottare la Giunta provinciale in proposito”.
Come avrebbe fatto, inoltre, “un'impresa privata ad aver avuto accesso ad informazioni riservate, sulla base delle quali ha cercato di acquistare i terreni interessati, con un'operazione che si potrebbe definire di 'insider trading'?”, interroga Zeni. “E' corretto, nonché legalmente sostenibile, che il responsabile di un ente pubblico come la Magnifica Comunità di Fiemme agisca, seppur a titolo personale, per favorire un provato interessato all'acquisizione di fondi di proprietà di aderenti a quello stesso ente, dopo aver avuto indicazioni sull'operazione da rappresentanti della Provincia di Trento?”, chiede infine.
Per ora, le uniche cose certe sono che le versioni di Pat e Scario non collimano e che quest'ultimo ha deciso di dimettersi. “Non conosco i motivi di questa scelta e non mi posso esprimere – conclude Zeni – sappiamo sicuramente che dentro alla Magnifica Comunità questa vicenda ha creato delle tensioni”.