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“Pronti a impugnare i provvedimenti che mettono a rischio la salute”, Boccia avverte Trento e Bolzano
L’appello del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie: “Si mettano da parte le eventuali divergenze e si collabori al massimo. La difesa della salute e la protezione della vita per tutelare anche l’economia deve rimanere il nostro punto fermo”

ROMA. Il braccio di ferro fra Province autonome e Governo è solo all’inizio, infatti dopo che Trento e Bolzano hanno adottato misure più morbide rispetto all’ultimo Dpcm la reazione da Roma non si è fatta attendere. “Siamo pronti – ha avvisato il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia – a impugnare gli eventuali provvedimenti che mettono a rischio la condizione sanitaria territoriale violando le norme varate a tutela di tutti”. Come riporta l’agenzia Dire queste parole sono state pronunciate al termine del Cdm che ha approvato il Disegno di legge Ristori.
I dati sui contagi – ha fatto notare Boccia – impongono a tutti i livelli istituzionali di sostenere ogni sforzo degli operatori sanitari. Tutti i responsabili istituzionali hanno sul tavolo le valutazioni di quello che accade nelle corsie degli ospedali. Le analisi richiamate dall’Iss sono chiare e conosciute da tutte le Regioni. Ogni Regione conosce bene i numeri del proprio territorio e la condizione della propria rete sanitaria”.
E se fino a un paio di giorni fa il Trentino era presentato come un’isola felice, giusto ieri, 27 ottobre, è stato toccato il picco più alto mai registrato sui contagi: 257, ai quali si aggiunge un decesso (QUI articolo). In caso di impugnazione, proprio l’ordinanza trentina potrebbe essere la prima a saltare perché, come spiegava il costituzionalista Francesco Palermo, a differenza dell’Alto Adige non poggia su una legge, pertanto basterebbe un ricorso al Tar per farla disapplicare.
“C’è una storia comune tra Stato e Regioni di otto mesi di duro lavoro – ha aggiunto Boccia – e il rispetto doveroso per la memoria delle persone scomparse che deve imporci un sostegno forte per il lavoro di medici e infermieri che non può essere macchiato da distinguo incomprensibili”. Infine il ministro ha voluto rivolgere un appello a Regioni, Province autonome ed enti locali: “Affinché si mettano da parte le eventuali divergenze e si collabori al massimo per affrontare insieme anche questa fase così complessa. Non possiamo permetterci distinzioni, né a maggior ragione la sottovalutazione della condizione sanitaria del Paese. Serve unità massima. Il decreto ristoro appena approvato garantisce tempi rapidissimi e risorse adeguate. La difesa della salute e la protezione della vita per tutelare anche l’economia deve rimanere il nostro punto fermo”.