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''Basta all'egemonia altoatesina'', Forza Italia contro Bolzano: serve il tedesco per il ruolo di direttore Fondazione Dolomiti Unesco
Il bando per il nuovo direttore della Fondazione Dolomiti Unesco ha tra i requisiti di accesso la conoscenza della lingua tedesca. Le proteste del deputato forzista: "Presenterò un’interrogazione su questa questione, l’ennesima che mette in risalto i tentativi egemonici di Bolzano"

BELLUNO. La fondazione Dolomiti Unesco sta cercando un nuovo direttore per sostituire Marcella Morandi. Tra cinque giorni, il 10 febbraio, scadrà il bando ma sulle caratteristiche richieste nella candidatura è scoppiata una nuova polemica visto che viene richiesta la conoscenza della lingua tedesca.
Ad intervenire è il deputato di Forza Italia, Dario Bond, che in una nota sottolinea come, secondo lui “Il bando per il direttore è la conferma dell’egemonia altoatesina” e dicendo poi che occorre reagire.
“Ora vogliono imporre il tedesco come lingua obbligatoria in un concorso per enti internazionali. Il tentativo di egemonia altoatesina segna un altro punto. E noi non possiamo stare a guardare: quando è troppo è troppo” scrive Bond in merito al requisito di accesso con la conoscenza della lingua tedesca.
“È evidente che si tratta di una forzatura a tutto vantaggio del territorio germanofono di Bolzano. I concorsi per enti internazionali come la Fondazione Unesco non possono avere altro che l’inglese scritto e parlato come prerequisito di accesso. Altre lingue - come il tedesco - devono essere facoltative e costituire, semmai, titolo preferenziale”.
Per questo il deputato forzista chiede che il tedesco non sia un requisito obbligatorio, come invece compare nel bando per il nuovo direttore della Fondazione, che è un ente che ha sede in provincia di Belluno; sede amministrativa a Palazzo Piloni e sede operativa a Cortina d’Ampezzo, in Corso Italia.
“Forse l’Alto Adige ha già il candidato pronto, con tanto di patentino di bilinguismo in tasca? Non è accettabile. Presenterò un’interrogazione su questa questione, l’ennesima che mette in risalto i tentativi egemonici di Bolzano. E se non dovesse cambiare il testo del bando, sono pronto a portare avanti altre azioni. Siamo alle solite: l’Alto Adige non può continuare a essere Stato nello Stato”.