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''Basta all'egemonia altoatesina'', Forza Italia contro Bolzano: serve il tedesco per il ruolo di direttore Fondazione Dolomiti Unesco

Il bando per il nuovo direttore della Fondazione Dolomiti Unesco ha tra i requisiti di accesso la conoscenza della lingua tedesca. Le proteste del deputato forzista: "Presenterò un’interrogazione su questa questione, l’ennesima che mette in risalto i tentativi egemonici di Bolzano"

Pubblicato il - 05 febbraio 2021 - 16:39

BELLUNO. La fondazione Dolomiti Unesco sta cercando un nuovo direttore per sostituire Marcella Morandi. Tra cinque giorni, il 10 febbraio, scadrà il bando ma sulle caratteristiche richieste nella candidatura è scoppiata una nuova polemica visto che viene richiesta la conoscenza della lingua tedesca.

 

Ad intervenire è il deputato di Forza Italia, Dario Bond, che in una nota sottolinea come, secondo lui “Il bando per il direttore è la conferma dell’egemonia altoatesina” e dicendo poi che occorre  reagire.

 

“Ora vogliono imporre il tedesco come lingua obbligatoria in un concorso per enti internazionali. Il tentativo di egemonia altoatesina segna un altro punto. E noi non possiamo stare a guardare: quando è troppo è troppo” scrive Bond in merito al requisito di accesso con la conoscenza della lingua tedesca.

 

“È evidente che si tratta di una forzatura a tutto vantaggio del territorio germanofono di Bolzano. I concorsi per enti internazionali come la Fondazione Unesco non possono avere altro che l’inglese scritto e parlato come prerequisito di accesso. Altre lingue - come il tedesco - devono essere facoltative e costituire, semmai, titolo preferenziale”.

 

Per questo il deputato forzista chiede che il tedesco non sia un requisito obbligatorio, come invece compare nel bando per il nuovo direttore della Fondazione, che è un ente che ha sede in provincia di Belluno; sede amministrativa a Palazzo Piloni e sede operativa a Cortina d’Ampezzo, in Corso Italia.

 

“Forse l’Alto Adige ha già il candidato pronto, con tanto di patentino di bilinguismo in tasca? Non è accettabile. Presenterò un’interrogazione su questa questione, l’ennesima che mette in risalto i tentativi egemonici di Bolzano. E se non dovesse cambiare il testo del bando, sono pronto a portare avanti altre azioni. Siamo alle solite: l’Alto Adige non può continuare a essere Stato nello Stato”.

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