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''Ci rivolgeremo al Consiglio di Stato'', la Provincia dopo che il Tar ha bocciato le linee guida della Giunta Fugatti
La Pat: "La sentenza del Tribunale amministrativo di Trento conferma la possibilità per il presidente della Provincia di ricorrere a provvedimenti d'urgenza in caso di situazioni estremamente critiche". Ma è praticamente sempre stato così. L'ex presidente Ugo Rossi: "Dai gazebo avevano soluzioni per tutto, ma la realtà è un po' più complicata. C'è anche una legge voluta dalla Giunta precedente in questo senso"

TRENTO. "Si intende ribadire la necessità che le linee guida sulla gestione dei grandi carnivori mantengano l’integrità del percorso così come progettato e si rivolgerà al Consiglio di Stato per sottolinearlo". Questa la nota della Provincia dopo che il Tar di Trento ha parzialmente accolto i ricorsi delle associazioni animaliste sui provvedimenti di piazza Dante per la gestione degli orsi (Qui articolo).
"Del resto la sentenza del Tribunale amministrativo di Trento - prosegue la nota - conferma la possibilità per il presidente della Provincia di ricorrere a provvedimenti d'urgenza in caso di situazioni estremamente critiche. Il principio di fondo è la massima salvaguardia della sicurezza pubblica e, per assicurare questo obiettivo, l’amministrazione, nel rispetto del Pacobace, ha già codificato una serie di azioni, a partire dalla dissuasione verso animali problematici, che vengono messe in atto rispettando una rigorosa progressione".
Il Tar ha specificato che prima di un abbattimento si dovrà valutare caso per caso e il parere dell’Ispra torna vincolante. "Non si tratta di introdurre automatismi o di sottovalutare l’importanza del confronto, anche perché le stesse Linee guida confermano la necessità del coinvolgimento di Ispra. Ma va da sé - prosegue la nota provinciale - che di fronte a casi estremamente gravi e pericolosi, che purtroppo la cronaca ha già documentato in una serie di episodi tutt’altro che rari e oggettivamente preoccupanti, diventa irrinunciabile disporre di strumenti operativi, che mai la Provincia ha previsto fuori dall’alveo normativo, il cui obiettivo è proprio la tutela della sicurezza pubblica".
Ma questa non è una novità. In caso di situazioni critiche i piani prevedono già un'extrema ratio da attivare. Un'azione rafforzata dalla norma voluta dalla Giunta Rossi che, seppur impugnata a vari livelli, è riuscita a superare tutti i gradi di giudizio e viene ritenuta valida. Procedure che cambiano in tutte le altre situazioni per cui si prevedono vari step prima di arrivare all'abbattimento di un esemplare.
Oltre a tutti i metodi di dissuasione, ci vogliono le serate di informazione e comunicazione alla popolazione. Quegli incontri che i rappresentanti precedenti non organizzavano tanto per prendere qualche insulto in più quanto perché attività propedeutiche per arrivare a trovare un'intesa con Ispra sulle azioni da intraprendere in caso di un orso particolarmente confidente. Appuntamenti che appaiono ridimensionati, se non spariti dalle agende. E sui lupi nulla si muove. Questo a fronte di tre anni dove si è passati dalle ronde ai tavoli di ordine pubblico e la sicurezza, oltre alle proposte di taser. Ma nei fatti diverse ordinanze e provvedimenti sono stati cassati dalle autorità amministrative e M49 è scappato in ben due occasioni.
"Avevano fatto credere ai trentini che loro avrebbero 'risolto' il problema. Salivano anche sui palchi manifestazioni anti orso e lupo. Al gazebo tutto era facile, hanno anche preso i voti ma poi il problema è un po’ più complicato e casca il palco. Le leggi ci sono già e il Pacobace è chiaro: basta assumersi la responsabilità di determinate azioni. Si tergiversa e intanto ormai tutto è fermo da 3 anni", commenta l'ex presidente Ugo Rossi.