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Coronavirus, Degasperi: “Gli operatori del 118 costretti a cambiarsi nel garage delle ambulanze. Situazione da terzo mondo”
Il consigliere di Onda Civica punta il dito sui problemi che riguardano i dipendenti del 118: “Per ovviare al problema l’Azienda sanitaria ha comprato anche dei container con tettoia ma sono troppo piccoli per consentire agli operatori di cambiarsi in sicurezza e troppo bassi per parcheggiare l’ambulanza da sanificare”

TRENTO. Lo scorso novembre aveva destato diverse perplessità il fatto che all’interno del reparto di ortopedia dell’ospedale Santa Chiara di Trento la zona dove sono ricoverati i pazienti positivi al Covid fosse separata dalla parte “pulita” semplicemente con del nastro adesivo rosso. Eppure, osservando le situazione in cui devono lavorare gli operatori Trentino Emergenza sembra avanti anni luce.
La questione è stata sollevata dal consigliere provinciale Filippo Degasperi attraverso due interrogazioni: “Le vergognose condizioni in cui versa la postazione Trentino Emergenza in via Orsi a Trento sono note da tempo ma con la pandemia sono addirittura peggiorate”. Come ricostruisce il consigliere di Onda Civica solo dopo le insistenze di alcuni operatori era stata fatta montare una tenda divisa nella sezione sporca e in quella pulita con entrata e uscita separate e un riscaldamento a gasolio. Questo perché con una certa frequenza gli operatori del 118 entrano in contatto con malati di Covid che devono essere trasferiti in ospedale. Anche per questo, in un secondo momento, era stato fornito un gazebo per proteggere dalle intemperie gli operatori impegnati nella sanificazione delle ambulanze. Si parla di decine di interventi di sanificazione al giorno.

Con queste soluzioni non mancavano comunque le difficoltà con i mezzi incolonnati in attesa del loro turno per la sanificazione, mentre i temporali di maggio hanno costretto l’Azienda sanitaria a rimuovere la tenda. “Con l’allentarsi della pressione del Covid durante i mesi estivi nessuno ha ovviamente pensato o programmato gli interventi necessari per garantire sicurezza e un minimo di decoro”, punta il dito Degasperi.

Ancora oggi a Trento per sanificare le ambulanze si deve fare affidamento a un gazebo ma quando piove ci si bagna comunque, compreso l’apparecchio per la sanificazione. “Come se non bastasse, una volta sparita la tenda, gli operatori sono stati sistemati in un box da terzo mondo ricavato all’interno dell’autorimessa. La parte sporca e quella pulita, larghe meno di due metri, sono divise da una ringhiera stradale recuperata dal piazzale. Nello stesso spazio sono stipati bidoni per lo smaltimento del materiale infetto, tavoli e attrezzature varie”. Manca persino il riscaldamento fa notare il consigliere. Le imponente nevicate di dicembre poi hanno sfondato i gazebo messi a disposizione a Trento e ad Arco.

Ma non è finita qui perché, come si usa dire talvolta la toppa è peggio del buco. Per provare a ovviare al problema l’Apss ha acquistato una serie di container dotati anche di tettoia dove si sarebbe dovuta eseguire la sanificazione delle ambulanze, il problema è che in pratica non sono mai stati usati. Il perché lo spiega Degasperi: “Queste strutture non dispongono di misure adeguate a garantire la separazione dei percorsi sporco e pulito e hanno una sola porta di sia per l’ingresso che per l’uscita. L’altezza della tettoia esterna poi non permette l’accesso alle ambulanze. Di fatto sembra trattarsi di un acquisto inutile che per essere messo in condizione di funzionare avrebbe bisogno di importanti modifiche”. Attualmente i container sono inutilizzati. “C’è da domandarsi – conclude il consigliere – se anche questo faccia parte della tanto decantata ‘eccellenza’ della Sanità trentina”.