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I sanitari del San Camillo discriminati? La Uil: “Il premio Covid non è mai arrivato e mancano pure gli arretrati”
Secondo la denuncia della Uil ai sanitari dell’Ospedale San Camillo non è ancora stato erogato il premio Covid, per chi ha affrontato la pandemia in prima linea. Varagone: “Comportamento scorretto e grave, la struttura ha sempre ricevuto i rimborsi provinciali, mentre ora si rifiuta di pagare le spettanze contrattuali dei suoi lavoratori”

TRENTO. “L’Ospedale San Camillo di Trento non ha pagato gli arretrati contrattuali e il premio Covid-19 ai suoi sanitari”, queste le dure accuse lanciate da Giuseppe Varagone, segretario provinciale della Uil fpl sanità. In tal senso il sindacato si è attivato per portare la questione all’attenzione dell’assessora alla Salute Stefania Segnana.
“Eravamo già intervenuti lo scorso novembre – fa notare Varagone – ma in questi mesi nulla è cambiato. Eppure questi lavoratori, come i colleghi delle altre strutture, sono stati impegnati a fronteggiare l’emergenza Covid-19 sia nella prima ondata di marzo che quella che stiamo vivendo a tutt’oggi”.
La Uil parla di un comportamento “scorretto e grave” anche alla luce del fatto che l’Ospedale San Camillo nel corso degli anni “ha sempre ricevuto i rimborsi provinciali, mentre ora si rifiuta di pagare le spettanze contrattuali dei suoi lavoratori. Spettanze – aggiunge Varagone – che dovevano essere già pagate nel 2020, come tra l’altro hanno fatto tutte le altre strutture della Sanità privata presenti sul territorio Trentino e aderenti al contratto Aris e Aiop”.
Altrettanto grave, secondo il sindacato, che non sia ancora stato erogato il cosiddetto premio Covid, nonostante la Provincia si sia già fatta carico del 50% degli oneri dello stesso. “Ci domandiamo – l’affondo del segretario della Uil sanità – come mai un istituto religioso come quello dell’Ospedale San Camillo abbia preso unilateralmente una decisione che ancora una volta discrimina questi lavoratori i quali da 14 anni attendono l’applicazione del contratto”.
È anche per questo che il sindacato chiede l’intervento della Provincia per sbloccare una situazione che di giorno in giorno si fa sempre più tesa. “Se ciò non dovesse avvenire – avverte Varagone – ci riserviamo di adottare tutte le azioni previste dalla legge”.