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La lunga riforma delle Comunità di valle: ''Necessario ulteriore approfondimento con i territori. La norma del 2022 deve essere condivisa e non calata dall'alto''
Se l’erogazione dei servizi non subirà modifiche sostanziali, l'ipotesi che sembra prendere corpo è quella di dare maggiore peso nella governance ai Comuni. L'assessore Gottardi: "E' un discorso ancora prematuro perché sono previsti un'altra serie di incontri a livello territoriale: si deve valutare la situazione attuale anche alla luce di quanto accaduto nella gestione Covid senza calare nulla dall'alto"

TRENTO. "C'è la necessità di avviare un ulteriore confronto e approfondimento con i territori per definire l'assetto delle Comunità di valle". Così l'assessore Mattia Gottardi. "I tempi si sono allungati a causa dell'emergenza sanitaria Covid e il percorso è stato diverso rispetto a quanto previsto a inizio legislatura".
La riforma dovrebbe vedere la luce entro la fine del 2022 come anticipato in Aula nel corso dell'assestamento di bilancio da Maurizio Fugatti, presidente della Provincia. Se la Lega dai banchi di opposizione si era spesa per archiviare l'esperienza delle Comunità di valle e ventilare l'abolizione, il nuovo assetto non dovrebbe andare a toccare i servizi erogati dai vari enti.
"Si deve lavorare su un duplice livello - evidenzia Gottardi - quello dei cittadini e un altro prettamente amministrativo. L'erogazione dei servizi delle Comunità di valle non cambia, mentre l'intenzione è quella di intervenire sulla gestione inter-comunale e sulla governace degli enti".
Le funzioni trasferite a suo tempo alle Comunità erano quelle già esercitate dai Comprensori in delega in materia di attività socio-assistenziali, edilizia abitativa e diritto allo studio, oltre alle nuove competenze riconosciute in materia urbanistica. Le competenze sono trasferite a pieno titolo, non solo in delega.
Se il Comprensorio era un “braccio operativo” della Provincia, con limitato potere decisionale e compiti prettamente operativi, vincolato a direttive molto puntuali e stabilite in via generale per tutti i territori, la Comunità diviene titolare di funzioni proprie e può adottare le politiche più rispondenti alle esigenze e alle caratteristiche del proprio territorio, approvando propri piani in settori di grande impatto per la vita dei cittadini.
La riforma avviata dopo un anno di legislatura della Giunta Fugatti è in evoluzione, mentre nel 2020 a seguito delle elezioni comunali in Trentino la decisione è stata quella di commissariare i vari enti locali in attesa della revisione legislativa. Provvedimento poi prorogato e ora si delinea che questa strutturazione prosegui almeno fino alla fine del 2022.
"L'intenzione - aggiunge l'assessore - è quella di arrivare pronti nella prossima primavera ma si è fissato un arco temporale lungo in via precauzionale. La richiesta dei commissari, unitamente e attraverso il Consiglio delle Autonomie, è stata quella di avere maggiore stabilità per non trovarsi a pubblicare bandi, gestire solo le fasi iniziali delle varie gare d'appalto e i rinnovi dei servizi per poi magari dover cambiare in corsa i referenti. Questo avrebbe potuto mettere in difficoltà gli enti e l'erogazione delle attività. Intanto abbiamo deciso di riallineare le scadenze per garantire la massima operatività".
Se l’erogazione dei servizi non subirà modifiche sostanziali, l'ipotesi che sembra prendere corpo è quella di dare maggiore peso nella governance ai Comuni. “E' un discorso ancora prematuro perché sono previsti un'altra serie di incontri a livello territoriale: si deve valutare la situazione attuale anche alla luce di quanto accaduto nella gestione Covid senza calare nulla dall'alto. Serve condivisione non imposizione. La pandemia ha stravolto i ritmi e il percorso è stato diverso per trovare un corretto equilibrio", conclude Gottardi.