La Pat conferma l’apertura a luglio: “L’educazione non è improvvisazione, sentiamo il dovere di difendere la nostra scuola”, la lettera degli insegnanti
La Giunta ha deciso che le scuole d’infanzia rimarranno aperte anche nel mese di luglio e la Uil minaccia lo sciopero. Gli insegnanti: “Sentiamo il dovere di difendere la nostra scuola dell’infanzia nonostante le numerose polemiche e commenti negativi che quotidianamente si susseguono”
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VALSUGANA. La Provincia ha preso la sua decisione: le scuole dell’infanzia resteranno aperte anche a luglio in tutto il Trentino. Una decisione arrivata dopo le valutazioni sulle difficoltà di un anno scolastico in cui molte sezioni sono state e sono in quarantena, da qui “la necessità di rispondere al bisogno di tante famiglie”. Una notizia che non ha fatto piacere ai sindacati, in particolare la Uil Fpl Enti Locali si è detta pronta a proclamare lo sciopero.
Dopo le scuole dell’infanzia (GB1, GB2 e Roncogno) Asif di Pergine Valsugana, anche gli insegnanti del Circolo Alta Valsugana Fpsm, con le strutture di Calceranica al lago, Caldonazzo, Levico, Ischia trentina, Susà, Fornace e Madrano prendono posizione con una lettera (allegata in forma integrale). “Da alcune settimane si sta protraendo un ampio dibattito sull’apertura estiva delle scuole dell’infanzia. La discussione ha chiamato in cause diversi protagonisti, in primis le forze politiche, seguono i sindacati, gli insegnanti e i genitori. Come insegnanti ci sembra importante e doveroso esplicitare il nostro punto di vista, sottolineando che la controversia non si deve limitare all’apertura estiva ma vede coinvolti molti altri punti di riflessione che come docenti, già da molto tempo, stiamo ponendo ai nostri sindacati e coordinatori”.
Tante le questioni irrisolte a partire dalla carenza dei supplenti che si ripercuote sulle graduatorie, senza dimenticare che pure gli insegnanti possono avere dei figli. Poi c’è la formazione. “Oltre agli aggiornamenti – spiegano gli insegnanti – anche la scuola dell’infanzia, in quanto scuola, prevede la partecipazione agli organi collegiali come collegi docenti, programmazioni, riunioni con i genitori, riunioni d’equipe con i servizi. L’agire educativo-didattico non è quindi ‘un atto di improvvisazione’ ma necessità di una progettazione ben ragionata e pedagogicamente orientata. Questa caratteristica la rende ‘scuola’ e la differenzia da altre esperienze più ludico-ricreative”.
Gli insegnanti chiedono rispetto perché l’obiettivo non deve essere quello di rendere la scuola dell’infanzia un servizio terapeutico, o un’alternativa ai servizi di conciliazione: “sentiamo il dovere di difendere la nostra scuola dell’infanzia nonostante le numerose polemiche e commenti negativi che quotidianamente si susseguono”.