“Siamo insegnanti non baby-sitter”, tre scuole dell’infanzia contro l’apertura a luglio. La lettera aperta a Fugatti e Bisesti
Il corpo docenti di tre istituti scrive una lettera a Fugatti e Bisesti: “Le materne aperte a luglio? Una soluzione che va a snaturare la scuola dell’infanzia trasformandola di fatto in un Servizio Conciliativo. Siamo insegnanti, non educatori e nemmeno baby-sitter”

PERGINE VALSUGANA. Dopo l’annuncio della Giunta leghista circa la volontà di tenere aperte le scuole d’infanzia anche nel mese di luglio si sono registrate diverse fibrillazioni nell’ambiente scolastico che ha sollevato molto dubbi attorno a quest’eventualità. Non solo i sindacati ma anche gli stessi insegnanti e parte dei genitori non sono favorevoli al prolungamento estivo.
Tre scuole dell’infanzia (GB1, GB2 e Roncogno) Asif di Pergine Valsugana, hanno rotto gli indugi sottoscrivendo una lettera aperta (sottoscritta da tutto il personale, compresi cuochi e ausiliari) indirizzata al presidente della Pat Maurizio Fugatti e all’assessore all’istruzione Mirko Bisesti. Il corpo docente chiede un confronto alla Giunta rea di aver avviato procedure e modalità di azione “in modo unilaterale”.
In uno dei passaggi della lettera si ricorda come la scuola dell’infanzia rappresenti uno dei segni più incisivi dell’attenzione di una comunità sociale per l’educazione delle nuove generazioni. Tanto più che in Trentino, il sistema delle scuole dell’infanzia è connotato, sul piano istituzionale, da un effettivo pluralismo e da una reale autonomia.
“È evidente – scrive il corpo docenti – come negli anni si sia assistito al superamento del modello assistenziale, la scuola ha fini e finalità educative, rientrando a tutti gli effetti nel sistema scuola”. Non è un caso che la scuola dell’infanzia sia stata pensata come un luogo di educazione in senso formale, di promozione culturale e di valorizzazione di ogni singolo bambino. “Ci chiediamo in base a quale riflessione, l’amministrazione provinciale e i membri dell’attuale Giunta, hanno deciso di prescindere da tutto ciò per rispondere ad una richiesta indiscussa delle famiglie, dando luogo ad una soluzione che va a snaturare la scuola dell’infanzia trasformandola di fatto in un Servizio Conciliativo. Riteniamo importante sottolineare la nostra professionalità – si legge nella lettera – siamo insegnanti, non educatori e nemmeno baby-sitter”.
Secondo il corpo docenti le famiglie dovrebbero essere indirizzate ai Servizi Conciliativi presenti sul territorio “qualitativamente validi e presenti in modo capillare, consentendo così anche ai bambini di fruire della pluralità dell’offerta e di vivere situazioni di leggerezza e di svago che vadano di fatto contribuire al loro pieno sviluppo”.
La lettera integrale