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Scuole materne aperte a luglio? La Cgil: “Siamo fermi all’annuncio, non sappiamo nemmeno se sarà possibile andare incontro a tutte le richieste dei genitori”
La Giunta Fugatti sembra intenzionata a tenere aperte le materne anche a luglio ma restano ancora molti nodi da sciogliere. Gli insegnanti: “O siamo una scuola o siamo un servizio conciliativo, ma non possiamo essere entrambi, in base al bisogno della propaganda politica”

TRENTO. La possibile, ma del tutto probabile, riapertura delle scuole d’infanzia per il mese di luglio continua a dividere e, soprattutto da chi ci lavora, è vissuta come una forzatura. Recentemente la giunta Fugatti ha accelerato sulle riaperture volendo a tutti i costi anticipare la data fissata dal Governo nazionale per il 26 aprile.
Per il il momento infatti le incognite restano molte a partire dalle regole in materia di Covid che, come fanno notare alcuni insegnanti, risultano paradossalmente molto più stringenti per i centri estivi a differenza delle scuole materne. Basti pensare al rapporto fra educatori e alunni, per le scuole dell’infanzia “il rapporto fra numero dei bambini e metri quadrati dell’aula assegnata deve essere 1 bambino ogni almeno 2,4 metri quadrati fino a un massimo di 25 bambini per aula”, mentre per i servizi conciliativi il rapporto è molto inferiore e differenziato per ogni fascia d’età.
Da un lato c’è un discorso legato alla “concorrenza”, è plausibile che per via delle regole molto stringenti le strutture che offrono servizi conciliativi si vedano costrette ad aumentare i costi ma a quel punto in molti preferirebbero rivolgersi alle scuole materne e qui si apre la “questione pedagogica”: “O siamo una scuola o siamo un servizio conciliativo – commentano gli insegnanti – ma non possiamo essere entrambi, in base al bisogno della propaganda politica”.

A tal proposito emergono molti dubbi anche dai sindacati che si sono visti posticipare alla prossima settimana l’incontro con l’assessore all’istruzione Mirko Bisesti. “Per il momento non possiamo fare grandi ragionamenti – afferma Cinzia Mazzacca della Cgil – visto che non ci sono stati forniti dettagli circa gli elementi organizzativi. Finora l’esigenza è stata quella di creare una sorta di bolla attorno alle classi ma al momento non sappiamo nemmeno quanti saranno i genitori che aderiranno al servizio e per quante ore, è chiaro che si dovranno fare delle scelte”. In questo senso i protocolli andrebbero perlomeno aggiornati.
Alcuni problemi sono gli stessi dell’anno scorso, mentre i nodi da risolvere riguardano anche i supplenti e pure gli insegnanti che, oltre a essere genitori, hanno in arretrato molte ferie da smaltire (questa una delle poche questione che si è iniziato ad affrontare), in un anno di pandemia che è stato tutt’altro che facile da gestire. Inoltre non tutte le strutture sono pensate per rimanere aperte con il caldo di luglio. “Siamo fermi all’annuncio – ricorda Mazzacca – perché per ora sappiamo solo che c’è la volontà di aprire da parte della Giunta ma non sappiamo come si intende farlo, ci sono decine di criticità da affrontare e risolvere per tenere aperto un servizio in sicurezza. Anzi, stando così le cose non sappiamo nemmeno se sarà possibile andare incontro a tutte le richieste dei genitori”.