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Museo-bunker e guide vestite da nazisti, arrivano le scuse di Zaia: "Non volevo offendere nessuno"
Dopo la "gaffe" degli scorsi giorni, in cui ha promosso l'apertura di un museo in cui le guide erano vestite da soldati nazisti, il presidente della regione Veneto ha cancellato il post incriminato e diffuso una nota in cui si esprimono le scuse della Presidenza

RECOARO TERME. Post cancellato, scuse fatte e si volta pagina. Il presidente della regione Veneto ha divulgato una nota in cui chiede scusa per aver pubblicizzato con il suo post il museo-bunker con le guide vestite da soldati nazisti (Qui articolo). "La Presidenza si scusa, a nome della struttura responsabile, con tutte le parti che si siano sentite in qualche modo ferite da questo post, il cui intento non era certo quello di offendere sensibilità e memorie. Onde evitare ulteriori disagi, è stato dato ordine di cancellare il post", si legge nella nota.
Martedì 7 settembre, infatti, Zaia aveva pubblicato sui suoi canali social un post in cui promuoveva l’apertura di un museo in un ex bunker nazista nel complesso termale di Recoaro, che durante l’invasione dell’Italia venne utilizzato dai tedeschi come quartier generale per le truppe del feldmaresciallo Kesselring. Una delle iniziative del museo prevede che le guide si vestano con le divise dell’esercito nazista, scelta che ha lasciato a dir poco perplesse alcune persone.
Tra tutti è spiccato l’intervento dell’Anpi che si è detta “sconcertata nel leggere il post pubblicato nella pagina Facebook del presidente Zaia relativo all’apertura di uno spazio museale in uno dei bunker costruiti dai nazisti presso le Fonti di Recoaro Terme e che la visita guidata venga fatta da persone in divisa d’epoca della Wehrmacht. Questa scelta arriva proprio in coincidenza con l’8 settembre”.
Ma non è stata solo l’associazione dei partigiani ad esprimere il proprio disaccordo. Sui social è infatti scoppiata la polemica di molti cittadini indignati dal fatto che il governatore avesse condiviso questa iniziativa. C’è chi è arrivato a definire lo spazio museale come “una Disneyland per i neonazisti di mezza Europa”.
La situazione è degenerata al punto che Zaia non ha avuto altra scelta se non quella di cancellare il post e fare ammenda per la sua “gaffe” con una nota diffusa alla popolazione e agli organi di stampa in cui si legge: "Tutte le attività sui profili social riguardanti la promozione del territorio sono svolte in assoluta autonomia da una apposita struttura; l'iniziativa del museo di Recoaro era stata segnalata dall'Associazione Terme di Recoaro alla competente Direzione della Regione, la quale, a sua volta, l'aveva trasmessa alla struttura che segue i profili social; il Presidente della Regione non ha alcuna visibilità né - ovviamente - esercita e può esercitare un diretto e costante controllo su queste materie, bensì si occupa in prima persona unicamente dei contenuti relativi ai post inerenti le attività amministrative, politiche, sanitarie, anche sulla base dei comunicati ufficiali diffusi dall'Ufficio Stampa".