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Provinciali 2023, il Patt: ''Non potrà esserci il Centro sinistra autonomista. Nascerà un altro progetto con persone nuove'' e sul centrodestra: ''Dove c'è Fratelli d'Italia non ci siamo noi''

Il segretario del Patt, Simone Marchiori, conferma la volontà di ricandidarsi alla guida del partito nel prossimo congresso che si terrà ad inizio del 2022 e spiega: "Sarà un momento importante, uno spartiacque". E sul futuro il partito guarda ad un'area civica e popolare

Di Giuseppe Fin - 03 settembre 2021 - 10:15

TRENTO. “Un dialogo con il centrodestra dove c’è Fratelli d’Italia? Assolutamente no”. E’ una risposta chiara e netta quella data dal segretario del Patt, Simone Marchiori. Gli autonomisti si stanno preparando alle elezioni provinciali del 2023 ma non solo. “Dobbiamo avere una visione a lungo termine” spiega il segretario che segna il congresso del prossimo anno come uno spartiacque confermando anche la volontà di volersi ricandidare

“Alle prossime elezioni provinciali non potrà esserci il Centro sinistra autonomista che abbiamo conosciuto” dice rilanciando il progetto di un’area civica e popolare

 

Segretario, il Patt ha dovuto sopportare l’uscita di un politico di peso come Ugo Rossi. Lo stato di salute del partito come è ora?
La situazione è buona, negli ultimi tempi si è ripreso un dialogo e un contatto con la base e con maggiore slancio. Il Patt è un partito che ha voglia di rimettersi in gioco e contare in vista del 2023.
L’uscita di Rossi ha spronato tutti, è uscito l'orgoglio autonomista. 

 

Ma dal punto di vista dei tesserati e a livello di radicamento sul territorio?
Non è stato facile lo scorso anno con il Covid19 ma ora stiamo recuperando. Quest'anno abbiamo introdotto anche il tesseramento online con carta di credito e stiamo ritornando a livello pre - pandemia. 
Dal punto di vista di presenza sul territorio lo scorso anno abbiamo mantenuto il contatto con le sezioni anche grazie all’importante lavoro portato avanti dal movimento giovanile e da quello femminile con diversi incontri online. Poi appena le limitazioni lo hanno consentito siamo ritornati in presenza sul territorio a contatto con i cittadini e la dimostrazione sono le iniziative a Monclassico e a Imer per le discariche. 

 

Sono molti gli interventi messi in campo dal governo provinciale di destra che hanno creato polemiche. L’ultimo riguarda la riforma sanitaria. Cosa ne pensa? 
Trovo curioso l’atteggiamento avuto da questa maggioranza in tema di riforma sanitaria. Vista la situazione io credo si sarebbe dovuta avere maggiore prudenza. Se gli ordini professionali hanno espresso la loro contrarietà e se la stessa maggioranza mette in campo dei distinguo, forse un atteggiamento diverso sarebbe stato necessario. La stessa cosa vale per altri temi. Non si percepisce la direzione che si vuole prendere, questo è preoccupate perché rischia di portare anche a qualche tensione di tipo sociale. 

 

Pensando alle elezioni provinciali del 2023, qualcuno ha detto che il Patt è in una sorta di stato confusionale. E’ così?
Abbiamo fatto un sondaggio al nostro interno e i risultati mostrano quello che sta accadendo. C’è una base autonomista che si riconosce nel partito ma che a volte chiede una voce unica. Le idee sono però chiare,  gli autonomisti sono nel Patt.  Tutte le varie posizioni che sentiamo sono tipiche di un partito che raggruppa sensibilità diverse.
E’ bene chiarire che la base del Patt non vuole in nessun modo essere tirata per la giacchetta. E’ ora di finirla di dire che il Patt è di destra o di sinistra. Se qualcuno vuole dialogare con noi lo deve fare su un terreno comune ,su un progetto che mette il centro l'autogoverno e una visione di lungo termine. Porte aperte quindi a chi vuole costruire un progetto di lungo respiro con un’area popolare  e civica. Da qui si può aprire un confronto. 

 

Ma siete pronti a confrontarvi anche con Fratelli d’Italia?
Con Fratelli d'Italia non andremo mai. Non siamo nazionalisti e Fratelli d’Italia è anche un  partito populista che liscia il pelo a movimenti che nulla hanno di serio e positivo per il Trentino. In Fratelli d'Italia troviamo posizioni anti Europa e centraliste Ma al momento fa parte della coalizione di centrodestra in Provincia.  Dove c'è Fratelli d'Italia di sicuro non c'è il Patt e questa è una posizione condivisa nel partito. C’è una incompatibilità ideologica  condivisa anche da Svp e movimenti autonomisti. 

 

In questi giorni si è parlato molto del progetto popolare civico lanciato da Lorenzo Dellai cosa ne pensa? 
E’ un progetto che stiamo cercando di mettere in piedi da un po’ di tempo. Il Patt l'ha sempre sostenuto cercando di rafforzare l'area popolare civica e autonomista. Chiamarlo progetto Dellai è sbagliato e io credo che nemmeno Dellai lo apprezzi. Lui ha già chiarito che non è della partita ma ha solamente delineato quello che deve nascere in questa area popolare. Questo lo si può solo apprezzare.  Ci sono due tradizioni: quella popolare e civica storicamente molto forte in Trentino che si è persa negli ultimi anni, e quella autonomista che presidia l'area politica del centro. Serve un ragionamento comune. 

 

Come vede le coalizioni delle prossime elezioni provinciali?
Nelle prossime elezioni provinciali a mio avviso andiamo verso un cambiamento degli schieramenti. Non potrà esserci il Centro sinistra autonomista che abbiamo conosciuto,  quello è morto e sepolto. Può nascere un progetto al centro che poi va a confrontarsi con altri attori politici: un progetto che dovrà essere guidato da persone nuove, che non siano limitate da esperienze e trascorsi personali derivanti dalle passate legislature. Vedremo anche nel centrodestra se rimarrà così, mi sembra che qualche contrasto ci sia anche in quella coalizione. Bisogna capire che ruolo avrà Fratelli d’Italia e bisogna capire quanto la situazione romana andrà ad impattare sugli equilibri locali. Bisogna anche considerare che la Lega a livello nazionale è ormai secondo partito, superata dalla Meloni. Ci sono tante incognite che andranno a cambiare il quadro. Io credo che sia fondamentale un progetto serio e concreto che riesce a entusiasmare, un progetto di un’area autonomista popolare e civica. 

 

Ma come si fa a pensa ad un progetto simile con la Lega? In tanti accusano il partito di Salvini in Trentino di scivolare sempre più verso la dimensione veneta. 
Il Governo provinciale deve dimostrare di essere all’altezza nel gestire l’Autonomia in un momento importante come questo. Se non lo sono e continuiamo ad assistere ad una sorta di scollamento in vari settori, abbiamo già la risposta a questa domanda. 

 

Il Patt nei primi mesi del 2022 andrà a congresso. Lei è pronto a ricandidarsi?
Il congresso è previsto entro il mese di marzo 2022 Covid permettendo. Sarà un momento importante perché ci aprirà la strada al 2023 che non sarà l’unico orizzonte ma uno spartiacque fondamentale. Io ho interpretato il ruolo di segretario come lo sforzo maggiore per dare una linea di un certo tipo al Patt di serietà, di peso e di concretezza. Uno sforzo per il rilancio della propria azione e dei propri ideali. In questo momento io sono contento della risposta che stiamo avendo e mi piacerebbe portare a termine il lavoro. Quindi, si, ho intenzione di ricandidarmi. 

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