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Provinciali, Fratelli d'Italia guarda al 2023. Cia: ''Il Patt? La sua collocazione storica sarebbe nel centrodestra''. Ricandidatura di Fugatti? ''Un secondo mandato non si nega a nessuno''
Il capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio provinciale spiega: "Molte persone in Fratelli d'Italia vedono la serietà, il coraggio e la coerenza di una donna, che nel nostro piccolo cerchiamo di replicare con i nostri limiti, di esprimere un pensiero politico che in questi ultimi anni ci eravamo scordati". Chiusa la parentesi del progetto con Marcello Carli nato alle comunali di Trento: "Ora credo lui sia più affine al progetto di Dellai''

TRENTO. Fratelli d'Italia, secondo gli ultimi sondaggi fatti a livello nazionale, risulta essere primo partito. Nell'ultimo anno la crescita del partito di Giorgia Meloni, unica formazione di destra in opposizione al Governo Draghi, è stata enorme e gli effetti si sono visti anche sui territori.
Lo si può ben vedere in Trentino dove il partito si è trovato con tre consiglieri provinciali e con un aumento nel tesseramento che a breve vedrà il raggiungimento di un migliaio di adesioni. Allo stesso tempo il radicamento sul territorio, i circoli, e i rappresentanti nelle amministrazioni comunali. Un partito che guarda ora alle elezioni del 2023.
Nei sondaggi a livello nazionale Fratelli d'Italia supera la Lega Salvini. Anche in Trentino la crescita è visibile. Consigliere Claudio Cia, è così?
Stiamo avendo un importante consenso e io lo sto sentendo in particolar modo quando faccio i gazebo nelle piazze o quando sto in mezzo alla gente. Ma tutto questo è documentato anche da un tesseramento che è sempre più importante. Il partito sta crescendo.
Perché c'è questo interesse verso Fratelli d'Italia?
Molte persone in Fratelli d'Italia vedono la serietà di una donna che nel nostro piccolo cerchiamo di replicare con i nostri limiti, con la nostra attività politica. Vedono la coerenza di una donna, il coraggio di una donna e l'autorevolezza che le viene dalla capacità di esprimere un pensiero politico che in questi ultimi anni ci eravamo scordati.
Con l'avvento dei Cinque Stelle il pensiero politico era stato sostituito dall'antipolitica nata dopo una serie di eccessi, di abusi e di scandali. Non sto parlando solo a livello romano ma anche locale perché non dobbiamo scordare la vicenda dei vitalizi e la 'magnadora'. I 5S si erano presentati come novità in una politica stagnante ma poi loro stessi si sono stagnati.
Oggi stiamo vedendo un po' alla volta il ritorno alla ricerca del pensiero politico e Giorgia Meloni, io credo, sta interpretando esattamente questo. Poi non si deve piacere a tutti, l'importante è poter esprimere il proprio pensiero e ascoltare quello degli altri.
Fratelli d'Italia è un partito politico italiano di destra ed estrema destra. Spesso lo si accosta ai movimenti neofascisti.
Sono stereotipi e sono l'espressione che utilizza chi non sa argomentare e rapportarsi con una forza politica avversaria e quindi ne crea una immagine negative. In tutti i partiti può esserci qualcuno che eccede. Non c'è un partito più onesto e meno onesto, non c'è un partito più fascista o meno fascista. Ci sono le persone che in un partito possono esprimere positività o negatività. Per alcuni si fa prima etichettare un intero partito in modo negativo quando l'obiettivo è ostacolarne la crescita.
Il partito sta vedendo una crescita importante. Crede che possano nascere problemi?
Occorre vigilare ed io credo che a livello locale con il lavoro eccezionale del vicecommissario Biscaglia assieme a Urso, ma anche a livello romano, ben si sappia che non bisogna abbassare la guardia. La crescita potrebbe portare all'infiltrazione di persone che usano il partito per portare avanti idee estreme. Ma questo vale sia a destra che a sinistra. Bisogna stare attenti.
Fratelli d'Italia si presenterà alle elezioni del 2023. Come sono i rapporti con la Lega e l'attuale maggioranza?
Per quel che mi riguarda io credo che la politica non sia fatta di un santone e di tutti gli adepti che si affidano a lui. Non è una setta. La coalizione è l'insieme di forze politiche che esprimo delle persone con intelletto e libero arbitrio. Io credo in una coalizione dove ci siano persone propositive e dove se necessario si possa essere anche critici. Non per questo distruggere ma riflettere e costruire. Io ritengo che anche Fugatti sia consapevole che siamo una coalizione e che possa comprendere la necessità di un partito di esprimere una propria posizione e un proprio pensiero. Se mancasse questo l'azione politica sarebbe più povera. Con un fuoriclasse puoi vincere una partita ma il campionato lo vinci con tutta la squadra.
Come vede il Patt nel centrodestra?
La collocazione che ha avuto negli ultimi anni è stata quella a sinistra dove ha ricevuto più soddisfazione nell'occupare poltrone e posti di potere. Aspetto che io credo lo abbia fatto stare in questa collocazione. Ma la storia del Patt è un'altra ed è una storia che guarda al centrodestra.
In questo momento non possiamo però nasconderci che questo partito sta vivendo uno stato di confusione. In tre giorni ha avuto tre posizioni diverse dopo l'uscita di Dellai lo dimostra. E il fatto che abbia preso posizione immediatamente, quando storicamente è molto prudente, è dovuto alla volontà di stanare quel gruppo che invece vorrebbe fare il matrimonio con la Lega. Da qui sono emerse varie anime e se io fossi il segretario mi sentirei in imbarazzo.
L'esperienza politica fatta alla comunali di Trento con Marcello Carli la ritiene conclusa?
Io non so cosa intenda fare Marcello Carli, forse alla fine lui si sente più affine al progetto di Dellai mi verrebbe da dire. Io al tempo con Agire avevo fatto una scelta in qualche modo costretta dal fatto che eravamo stati esclusi dalla coalizione di centrodestra comunale. Quel progetto, però, era finalizzato solo alle comunali.
Tornando alle provinciali, Fugatti ricandidato?
Innanzitutto bisognerà chiedere a lui se intende riproporre la propria candidatura. Per noi il perimetro è il centrodestra e su questo non abbiamo dubbi. Un secondo mandato a chi sta governando la Provincia non si nega. Per quello che mi riguarda il candidato del centrodestra per il 2023 è Fugatti. Preferisco “litigare'' sul modo di interpretare un processo politico che esprima l'azione di una coalizione. Sarà comunque il partito a dire l'ultima parola.
Parlando sempre del partito lei crede sia meglio in questo momento proseguire con il commissariamento in Trentino o andare a Congresso?
Un proverbio dice: “La gatta frettolosa fa i gattini ciechi”. Io credo che se noi vogliamo il bene del partito dobbiamo considerare che in un momento di crescita così importante ci sia bisogno di un assestamento. Proprio per evitare fughe in avanti e non prestare il fianco a chi vorrebbe fare un'opa al partito invece di guardare a lui come strumento per portare avanti un pensiero e un progetto. Per tutto questo il commissariamento io credo sia importante per consentire, anche dal punto di vista organizzativo, una stabilizzazione. Correre senza considerare se i muscoli delle gambe sono allenati si rischia di cadere e farsi del male.