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Includere le "malattie femminili invisibili" nell'assistenza sanitaria, arriva la mozione in Trentino. Zanella: "Cure interamente a carico delle pazienti, spese insostenibili"
Sulla scia della proposta di legge scritta dal "Comitato vulvodinia e neuropatia del pudendo" presentata in Parlamento, anche in Consiglio provinciale è stata depositata una mozione per riconoscere patologie croniche e invalidanti, quali vulvodinia, neuropatia del pudendo, endometriosi al I e II stadio e adenomiosi nei Lea. Zanella: "Si stima che una persona affetta da queste malattie croniche spenda più di 20.000 euro durante l’intero percorso di cura"

TRENTO. Includere le "malattie femminili invisibili" nei Livelli essenziali di assistenza per alleggerire i costi alle pazienti: questo viene chiesto nella mozione depositata in Consiglio provinciale dal consigliere di Futura Paolo Zanella, sottoscritta anche da Paola Demagri del Patt e da Luca Zeni del Pd.
Un tema che era già emerso nell'ultimo mese a livello nazionale, vista la proposta di legge scritta dal "Comitato vulvodinia e neuropatia del pudendo", presentata il 3 maggio in una conferenza stampa congiunta di Camera e Senato (Qui l'articolo).
Su questa base anche la mozione presentata in Provincia vorrebbe impegnare la Giunta a dare riconoscimento a una serie di patologie croniche e invalidanti, le cosiddette "malattie femminili invisibili", non ancora riconosciute nei Lea dal Servizio Sanitario Nazionale, quali vulvodinia, neuropatia del pudendo, endometriosi al I e II stadio e adenomiosi.
"Quadri patologici caratterizzati da dolore cronico e limitazioni funzionali, - dichiara Zanella - per il riconoscimento dei quali sono stati depositati in Parlamento tre disegni di legge (due alla Camera e uno al Senato), sono state approvate tre mozioni in Veneto, Piemonte e Lazio e ne sono state depositate altre nove in altrettante regioni".
Un problema che era già stato affrontato da Il Dolomiti in un'intervista a Hale community, il progetto nato in Trentino che si occupa del dolore pelvico cronico e che ora raccoglie più di 8mila follower solo su Instagram (Qui l'articolo).
Come avevamo già constatato, la mancata inclusione di queste patologie nei Lea comporta che "le cure e le terapie siano ad oggi interamente a carico delle pazienti - prosegue il consigliere di Futura - si stima che una persona affetta da una di queste malattie croniche spenda più di 20.000 euro durante l’intero percorso di cura e che tali spese siano spesso insostenibili, costringendo molte persone a rinunciare alle cure".
La mancanza di conoscenza e informazioni adeguate, purtroppo anche in ambito sanitario, "comporta un ritardo diagnostico considerevole e un aggravio individuale e collettivo a livello psicologico, sociale ed economico".
Per queste ragioni, riporta Zanella, è stato condiviso il deposito di questa mozione con il "Comitato vulvodinia e neuropatia del pudendo" che raccoglie le associazioni e i maggiori specialisti in materia italiani.
In particolare si chiede alla Giunta di "inserire la vulvodinia, la neuropatia del pudendo, l’endometriosi di I e II stadio e l’adenomiosi nell'elenco delle malattie croniche e invalidanti, come assistenza integrativa provinciale extra Lea; di avviare un accrescimento delle competenze di tutte le figure sanitarie che possono incontrare persone affette da queste patologie; di individuare almeno un presidio sanitario pubblico provinciale di riferimento per il dolore pelvico; di istituire dei registri provinciali finalizzati alla raccolta dati sulle suddette patologie; di promuovere campagne di informazione e di sensibilizzazione, volte a diffondere una maggiore conoscenza dei sintomi delle suddette patologie, soprattutto nelle scuole, al fine di ridurre il ritardo diagnostico; di sollecitare la Conferenza Stato - Regioni affinché le suddette patologie siano al più presto inserite nei Lea nazionali".