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"Valdastico? No grazie. Danni ambientali e distruzione dei corridoi faunistici". I Verdi contro il progetto: "Altissimo prezzo da pagare per risparmiare 20 minuti di strada"

La Valdastico torna a far discutere dopo l'approvazione della Giunta provinciale della variante al Pup per "l'ambito di connessione Corridoio Est", che aprirebbe una possibilità per l'uscita a Rovereto sud per il suo completamento. Coppola: "Comporterà la costruzione di gallerie, viadotti. Reale pericolo di intercettazione delle falde acquifere sotto il Pasubio"

Di F.C. - 01 novembre 2022 - 20:37

TRENTO. "Ancora Valdastico? No grazie. Opera inutile, costosa e molto impattante dal punto di vista ambientale". E' questo il commento della consigliera di Europa Verde Lucia Coppola, sul progetto che torna a far discutere dopo l'approvazione della Giunta provinciale trentina della variante al Pup per "l'ambito di connessione Corridoio Est", che aprirebbe una possibilità per l'uscita a Rovereto sud per il completamento dell'opera.

 

A seguito di questa decisione anche gli stessi Comuni veneti, favoreveli al progetto, si erano espressi contrari all'uscita a Rovereto, per avere uno sbocco più a nord: "L’uscita a Rovereto per noi non ha senso - sosteneva la sindaca di Arsiero Cristina Meneghini - vorrebbe dire allungare i tempi di percorrenza con un maggior inquinamento, inoltre è antieconomica. In altre parole è un’opera essenziale ma con l’uscita a Trento sud".

 

"La Giunta temporeggia sul si, sul no, sul come, si dice aperta a qualsiasi ipotesi infrastrutturale, pronta a confrontarsi con i territori", commenta Coppola in riferimento alle dichiarazioni del vicepresidente della Pat Mario Tonina, che aveva  sottolineato: "Qualsiasi sia la soluzione infrastrutturale all'attenzione, anche la Valdastico, noi non diciamo né si né no né dovema come. Cioè precisiamo quali sono gli elementi ambientali, economici e sociali utili a valutare tra le diverse alternative la migliore soluzione possibile per il territorio".

 

Secondo la consigliera dei Verdi, il presidente della Pat Maurizio Fugatti "rifugge i 'no ideologici' spiegando che il no deve essere basato sulle tematiche ambientali e geologiche che verranno valutate strada facendo. Vorrei ricordare al presidente che sono decenni che si discute di Valdastico. Il no ideologico a cui allude sarebbe quello emerso dai consigli comunali che rappresentano 315.000 cittadini del territorio provinciale, dai tantissimi cittadini che hanno detto no al referendum informale sulla Valdastico (1.584 residenti di Terragnolo, Trambileno e Vallarsa su 2.899 aventi diritto hanno votato per il no)".

 

Impatto ambientale e idrogeologico? "Pensiamo - prosegue Coppola - a ciò che comporterà la costruzione di gallerie, viadotti, al fatto che l’ autostrada consumerebbe molto terreno in un’area montana ristretta in cui il continuo consumo del suolo arreca danni rilevanti anche al paesaggio. Il reale pericolo di intercettazione delle falde acquifere sotto il Pasubio, fondamentali per l’approvvigionamento idrico: a rischio sarebbero la sorgente Spinto e la sorgente Molino".

 

Dal punto di vista ambientale perciò, a detta dei Verdi, un'opera impattante dal punto di vista ambientale: "Per non parlare delle cavità carsiche all’interno delle rocce che in caso di perforazione non sarebbero particolarmente sicure. Non sottovalutiamo la distruzione dei corridoi faunistici che aumenterebbero i rischi per i veicoli di investire animali per strada". 

 

Non ultimi i costi, "3.345 miliardi di euro - commenta -, un altissimo prezzo da pagare per risparmiare 20 minuti di strada per poi intasare come in un imbuto l’Autobrennero. Tutto questo mentre si continua a parlare di transizione ecologica e tutela dell’ambiente. Entro il 2050 secondo gli accordi sottoscritti dall’Italia con l’Ue si dovrebbero dimezzare le emissioni inquinanti derivanti in gran parte dal trasporto privato. La Valdastico è una soluzione? Direi proprio di no".

 

Coppola confida "in un forte movimento di Comuni, associazioni e cittadini - conclude - che ribadisca dai territori interessati a questo scempio la ormai quarantennale opposizione dei trentini a una grande opera inutile, costosa e molto impattante".

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