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Il Comune lascia la “Marcia per la pace” di Assisi perché costa troppo (160 euro): “Basta ipocrisie da chi invia armi in Ucraina”

Secondo la sindaca di Villa Lagarina attorno alla Marcia per la pace Perugia-Assisi ci sarebbe “un’ipocrisia di fondo” da condannare: “Non si può manifestare per la pace e il giorno dopo aumentare la spesa pubblica per inviare nuove armi all’Ucraina”

Di Tiziano Grottolo - 01 febbraio 2023 - 15:55

VILLA LAGARINA. Recentemente la Giunta comunale di Villa Lagarina, guidata dalla sindaca Julka Giordani, ha deciso “a causa della mancanza di fondi a bilancio” di non rinnovare l’adesione al Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace, cioè l’ente che fra le altre cose organizza la Marcia per la pace Perugia-Assisi e le Assemblee dell’Onu dei Popoli. Il comune lagarino aveva aderito ancora nel lontano 2008 e da allora aveva sempre rinnovato l’iscrizione a fronte di una quota più simbolica che altro di appena 160 euro.

 

Quanto vale la pace?” Si chiedono dall’opposizione di Futuro in Comune. “Quando ascolteremo i nostri amministratori parlare di pace o dell’importanza di ricordare le ingiustizie per non ripeterle, sapremo quanto valgono le loro parole: meno di 160 euro all’anno, meno di 45 centesimi al giorno. A noi – concludono dalla minoranza – rimane solo la tristezza”.

 

Ma una quota associativa di appena 160 euro è sufficiente per giustificare la scelta dell’amministrazione? Il Dolomiti lo ha chiesto direttamente alla sindaca Giordani. “Ovviamente ci sono delle ragioni economiche – sostiene la prima cittadina di Villa Lagarina – perché dobbiamo fare i conti con una forte contrazione della spesa corrente poi però ci sono anche altre questioni”.

 

Giordani ci tiene a sottolineare di aver partecipato personalmente, in più occasioni, alla Marcia per la pace Perugia-Assisi ma nel contesto attuale qualcosa sarebbe cambiato. “Il problema riguarda la guerra in Ucraina, molte forze politiche, sia di Destra che di Sinistra, utilizzano queste manifestazioni per pulirsi la coscienza o peggio per dare un’immagine diversa di sé quando poi in Parlamento si approva l’ennesimo invio di armi a Kiev”.

 

Per la sindaca dunque ci sarebbe “un’ipocrisia di fondo” da condannare con un gesto forte. Ecco quindi la decisione di uscire dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace. “Non si può manifestare per la pace e il giorno dopo aumentare la spesa pubblica per inviare nuove armi all’Ucraina – ribadisce Giordani – al contrario servirebbe un impegno concreto per tentare la via diplomatica, l’unica strada per far cessare le ostilità”.

 

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