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Jj4, la Provincia difende la scelta di abbatterla: “Il trasferimento non è previsto da nessuna legge”

Abbattimento orsi problematici, anche la Provincia attende il parere del Tar. Nel frattempo proseguono le attività di ricerca di Mj5, i forestali sono sulle sue tracce ma l’orso è difficile da catturare

Di T.G. - 25 maggio 2023 - 16:07

TRENTO. È attesa per domani mattina la pubblicazione dell'ordinanza del collegio del Tar, in merito alla legittimità dei provvedimenti di abbattimento sugli orsi Jj4 e Mj5. Nel corso dell’udienza i legali difensori del Ministero dell'ambiente hanno dichiarato che la gestione degli esemplari problematici è “di esclusiva competenza della Provincia di Trento”.

 

Quest’ultimo è stato letto come un segnale positivo. “Il Ministero – riferiscono dalla Provincia – ha comunicato come ad oggi non siano stati individuati spazi idonei ad accogliere Jj4”. Inoltre Piazza Dante rimane ferma sulla sua posizione: il trasferimento degli orsi non è previsto da alcuna fonte normativa e ad oggi appare impercorribile. “Il Casteller – ricordano dalla Pat – è un’area progettata per svolgere la funzione di ricovero per gli orsi che dovessero necessitare di cure o di riabilitazione”.

 

Nel frattempo i due animali presenti attualmente nella struttura, Jj4 e M49, godono di buona salute, si alimentano regolarmente e sono seguiti da una persona esperta. Gli esemplari non hanno contatti tra loro e utilizzano gli spazi boscati che hanno a disposizione ed i laghetti per rinfrescarsi, oltre alla tana. All’interno dell’area faunistica vengono inoltre resi disponibili degli arricchimenti ambientali, con la distribuzione di cibo, perlopiù mele. “Si precisa che non viene somministrato ai plantigradi alcun farmaco, in quanto non necessario, come riferito dal veterinario che pure li visita regolarmente”.

 

Per quanto riguarda l’orso Mj5, per il quale è prevista la cattura a seguito dell’aggressione di un escursionista in Val di Rabbi lo scorso 5 marzo, proseguono le attività di ricerca, rese tuttavia difficoltose (come peraltro preventivato) dalla stagione riproduttiva che spinge l’animale a spostarsi in un areale molto ampio. Gli spostamenti dell’animale, che può compiere decine di chilometri al giorno, vengono ricostruiti sulla base dei reperti genetici e delle immagini raccolte dalle fototrappole.

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