Mobilità green, Rizzo: "In A22 serve aumentare le tariffe per gli autotrasportatori che inquinano". Sulla Valdastico spiega: "E' pericolosa"
Per il candidato di Democrazia Sovrana Popolare "Il green non deve essere fatto pagare alla classe lavoratrice". Sull'aeroporto Catullo: "A chi serve?"

TRENTO. “La Valdastico è un'opera pericolosa”. Questo il messaggio chiaro che arriva da Marco Rizzo, candidato alla presidenza della Provincia di Trento per Democrazia Sovrana Popolare.
E sul green è altrettanto chiaro: “Non deve essere fatto pagare alla classe lavoratrice”.
Marco Rizzo, crede che la Valdastico sia un'opera fondamentale per il Trentino?
La Valdastico assolutamente no. E' un'opera vecchia, inutile e pericolosa per le zone della Vallagarina che vengono coinvolte. Sulla Valdastico le comunità locali si sono espresse tutte negativamente perché è una ecatombe ambientale e una grossa opera inutile e costosa passerebbe in mezzo alla Vallarsa” devasterebbe montagne falde acquifere e costituirebbe ponti sospesi devastanti.
La mobilità green è fondamentale per il futuro. Lei crede che il Trentino debba investire di più?
Il green non deve essere fatto pagare alla classe lavoratrice. Il nostro green è questo: l’elettrificazione e il raddoppio della ferrovia della Valsugana, per trasformarla nel corridoio di passaggio delle merci su rotaia, riducendo così parte del traffico di camion dalla A22; la costruzione, con il minor consumo di suolo possibile, della ferrovia Rovereto-Alto Garda e della ferrovia dell’Avisio (Trento - Cembra - Cavalese - Canazei) funzionali sia per incentivare l’arrivo con il treno da parte dei turisti, sia per rispondere adeguatamente al bisogno di mobilità dei tanti pendolari; servizi di trasporto pubblico a chiamata per le zone di utenza cosiddetta “debole”: Vallarsa, val di Cembra, valle del Chiese, val di Ledro.
Incentivi per la realizzazione di progetti di bike-sharing, car-sharing, car-pooling e i servizi a chiamata da parte di Comunità di Valle e Comuni; un aumento delle tariffe della A22 per chi inquina (principalmente i trasportatori) per evitare che venga preferita al traforo del Frejus e del Monte Bianco perché più economica; il potenziamento delle corse dei mezzi pubblici negli orari di entrata e uscita dai luoghi di lavoro e incentivi da parte delle aziende per chi si reca al lavoro in bici e con altri mezzi di mobilità sostenibile (che dovranno dar luogo a detrazioni fiscali da parte della Provincia).
La provincia di Trento punta sull'aeroporto Catullo. E' giusto?
Io credo che la vera domanda è “a chi serve l’aeroporto di Verona?”. Per il turismo? Ma allora ci deve essere un’intersezione su rotaia che da lì porti i turisti in Trentino. Ma torniamo al discorso di prima: serve potenziare o costruire le reti ferroviarie locali. Dimenticare il locale significa dimenticare il territorio per lasciare spazio alle dannose grandi opere che non mantengono poi il “ritorno” che promettono e servono a fare grandi profitti per pochi.