Provinciali, dal turismo “di qualità” alle infrastrutture ''che guardano al futuro”. Ecco il Divina-pensiero. Il tunnel del Baldo? “Potrebbe essere pagato dall'A22”
L'ex senatore candidato alla presidenza della Provincia di Trento parla di tre temi chiave per il nostro territorio: il turismo, la mobilità e l'ambiente. Sugli impianti e l'innevamento artificiale spiega: "Occorre fare i conti giusti, dove non nevica e dove il clima è cambiato di qualche grado rendendo difficile l'innevamento artificiale allora è inutile fare degli impianti. Sarebbe una bagno di sangue, bisogna saperlo accettare e agire di conseguenza"

TRENTO. Puntare sulla qualità, sulla sostenibilità ambientale e su progetti di mobilità che sappiano adeguarsi al futuro. Ha le idee chiare l'ex senatore Sergio Divina, candidato presidente della Provincia di Trento.
Le sfide che il Trentino deve affrontare per il futuro sono davvero tante e derivano da quei settori da sempre importanti per il nostro territorio. Stiamo parlando del turismo, del comparto sciistico per poi passare all'ambiente montano e alle infrastrutture il meno impattanti possibili.
I piani del futuro sono tanti ma, spiega Divina al Dolomiti parlando di turismo e infrastrutture, “Occorre comprendere i cambiamenti che ci troviamo davanti, saperli accettare e agire di conseguenza”.
Sergio Divina, partiamo dal turismo. Quale modello vede per il futuro del Trentino? Un modello fatto di grandi numeri, del tutto esaurito o un modello che punta ad alzare il livello di qualità, con numeri più contenuti preservando l'ambiente e costringendo anche gli albergatori ad un cambiamento?
La fortuna che abbiamo noi come Trentino è quella di avere una splendida cartolina da offrire. Perché abbiamo questa appetibilità turistica? C'è un ambiente gradevole, un arco alpino verde dove si respira aria buona e noi tutto questo dovremmo mantenerlo. Questa 'cartolina', però, non è direttamente influenzata dal turismo ma dalla gente che vive in montagna e che cura i prati e i boschi e fa si che l'ambiente sia appetibile.
Oggi chi opera nel settore turistico deve saper coniugare il mantenimento dell'ambiente con un'offerta adeguata e rispettosa e non deve impattare eccessivamente. Indubbiamente bisogna puntare sulla qualità. Non abbiamo un territorio da poter urbanizzare in modo indiscriminato.
Abbiamo progetti importanti che vanno dalla funivia Trento – Bondone a quella Rovereto – Folgaria. Ma si è parlato anche del cosiddetto tunnel del Baldo per collegare l'A22 con Malcesine. Lei cosa ne pensa di queste opere ?
Per prima cosa non ci escludono. Il tunnel che collega il lago di Garda con la valle dell'Adige potrebbe costare zero euro. L'Autostrada del Brennero sappiamo tutti che si deve guadagnare la concessione. Fondamentale, in queste senso, sono anche gli investimenti che si decidono di presentare. Ecco che uno di questi potrebbe proprio essere questo collegamento. Aiuterebbe il Garda a non essere congestionato da nord a sud e sarebbe estremamente interessante per due motivi: l'effetto di decongestione ma anche il costo nullo perché a carico dell'A22.
Per quanto riguarda le funivie, io da trentino sono quasi stanco di sentire solo parlare. Vorrei vederli partire questi progetto prima di passare a miglior vita. Per quanto riguarda la Trento – Bondone mi pare che il progetto sia a un buon punto. C'è un progetto di massima e le risorse ci sono. Ben venga lasciare le macchine in città e andare in Bondone senza portare inquinamento sulla nostra bella montagna.
Idem per quanto riguarda il collegamento fra Rovereto e Folgaria. Nel mio programma ho messo tante opere che devono poi essere poste al vaglio di fattibilità e di risorse economiche. Ci sono investimenti nella nuova ferrovia, che significherebbe poi ripristinare certi vecchi tracciati. Non sarebbe male che i trasferimenti del futuro fossero più compatibile con le esigenze che ci troviamo davanti.
Nei prossimi anni sarà sempre più complicato sciare ad ogni altitudine e in ogni luogo. Lei crede si debba puntare su finanziamenti pubblici a impianti pur di tenerli in attività o serve un criterio per selezionare e concentrare gli investimenti, per esempio su quote superiori ai 2.000 metri almeno?
Già una ventina di anni fa questo argomento era stato affrontato. Alcuni studi scientifici sconsigliavano la realizzazione di impianti di risalita sotto i 1300 metri. Questo perché, per un calcolo relativo alle precipitazioni, non tutti anni al di sotto di quelle quote ci sarebbe stato un innevamento naturale. Successivamente si è diffuso l'innevamento artificiale cambiando i parametri ma oggi dobbiamo affrontare il cambiamento climatico.
Occorre fare i conti giusti, dove non nevica e dove il clima è cambiato di qualche grado rendendo difficile l'innevamento artificiale allora è inutile fare degli impianti. Sarebbero bagni di sangue, bisogna saperlo accettare e agire di conseguenza.