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Claudio Cia: "Le liste civiche guardano solo a sinistra, ma siamo civici anche noi". L'accusa: "Sono camaleonti interessati alla poltrona"
"Nascono per paura dei simboli partitici e poi sempre per paura creano le civiche delle civiche alle elezioni amministrative, si spacciano neutre e centriste in modo da poter balzare di qua e di là come i metronomi"

TRENTO. "Siamo civici anche noi", dice Claudio Cia, stufo di sentir dire che il centrodestra non darebbe spazio a queste formazioni, obbligando il civismo a guardare a sinistra. "Pur rispettando il pensiero di tutti, non condivido tale analisi perché se c’è una dimostrazione vicina e lampante che il centrodestra è dialogante e aperto verso i movimenti civici è proprio Agire per il Trentino".
"Agire è un movimento prima di tutto territoriale, giovanile - spiega Cia - di lotta ma anche di governo, di ispirazione cristiana, fortemente autonomista, di centrodestra e, da non ultimo, anche di stampo civico". Per questo il consigliere non capisce come non si possa guardare a destra ma soltanto verso sinistra. Civici, non siate strabici.
"Sinceramente a noi non importano le dinamiche interne degli altri movimenti politici - afferma Cia - anzi non ce ne deve importare, quello che invece ci ha fatto riflettere è l'aver trovato rispetto, ascolto e considerazione proprio collaborando con i due partiti nazionali che siedono in Consiglio provinciale (Lega e Forza Italia) anziché con le formazioni cosiddette civiche o presunte tali".
Il riferimento sembra indirizzato al Progetto trentino di Walter Viola, sempre più indirizzato verso l'area di governo, ancor di più ora che ha deciso di rimuovere la pregiudiziale nei confronti del Pd. Ma il riferimento può essere anche a Civica Trentina di Rodolfo Borga e Claudio Civettini, il gruppo da cui Cia si è sempre più staccato nel corso di questa legislatura.
"Alcune di queste formazioni civiche - spiega il consigliere - in passato ho già definito come camaleontiche. Sono infatti delle liste che nascono allo scopo di essere funzionali alla campagna elettorale del momento e poi scompaiono, lavorano per una singola persona e non per un progetto condiviso".
"Nascono per paura dei simboli partitici - osserva - e poi sempre per paura creano le civiche delle civiche alle elezioni amministrative, si spacciano neutre e centriste in modo da poter balzare di qua e di là come i metronomi, andando dove la poltrona è più abbordabile".
"Noi invece abbiamo sempre pensato che il civismo sia qualcosa di diverso: far valere la propria identità territoriale, smarcandosi dalle logiche nazionali che condizionano i partiti, che non vuol dire giocare in solitaria o fare i casiniani di turno per creare confusione all'elettorato (come succede dalle provinciali 2013 fino ad oggi)".
"Significa - spiega ancora Cia - avere la possibilità di affrontare e avere a cuore con la necessaria libertà le problematiche locali, mettere al centro della propria azione politica le persone. Pensare di fare tutto ciò tenendosi a debita distanza dalle formazioni politiche nazionali e pretendere che queste si accontentino di un ruolo subalterno ad una congrega di civiche è ingenuità allo stato puro".
"Anche l’indipendentista più sfegatato - conclude Cia - sa che con Roma è necessario ricominciare un dialogo in cui le parti siano trattate alla pari. I movimenti civici sono i ben venuti nel centrodestra e potranno essere protagonisti nel creare una credibile alternativa al centrosinistra solo assieme ai partiti nazionali e non in contrapposizione ad essi".