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Dolomiti Pride, l'orgoglio oltre i confini. Arcigay: ''Il 9 giugno festa di tutti, nessuno escluso''
Presentato il logo con i colori della bandiera rainbow e la sky-line dei monumenti di Trento, Bolzano e Innsbruck. Zanella: "Sarà un pride comunitario, una festa di tutta la città, di tutti i territori delle Dolomiti"

TRENTO. "Orgoglio oltre i confini", questo lo slogan del Pride delle Dolomiti che si svolgerà a Trento il 9 giugno prossimo. Il logo, con i colori della bandiera rainbow, riporta la scritta stilizzata e sullo sfondo la sky-line dei monumenti delle città di Trento, Bolzano e Innsbruck.

Il Pride delle Dolomiti sarà infatti 'di frontiera' perché unirà Trentino, Sudtirolo e Tirolo. "Il confine sarà la metafora - spiega Paolo Zanella di Arcigay - un dialogo tra identità e alterità. Il confine è anche margine, quello in cui vengono lasciati gay e lesbiche colpiti dall'omofobia".
Ma il confine è anche il confino, il luogo politico-amministrativo in cui le persone omosessuali venivano relegate dal fascismo, allontanate perché devianti. "Ma dal confine nasce anche il dialogo - spiega Zanella - passa da qui il riconoscimento dell'altro".

"Il pride - ricorda il presidente di Arcigay - non è dei gay per i gay. E' una giornata di tutti i cittadini e le cittadine, perché gay, lesbiche e tras sono lavoratori, disoccupati, padri, madri, figli, figlie. Sono migranti, giovani e anziani".
Tutti sono invitai, "perché il pride è di tutti e tutte". Anche delle famiglie, anche di quelle omogenitoriali, anche dei genitori di figli omosessuali. "Sì - dice Mario Caproni di Agedo, l'associazione dei familiari di gay e lesbiche - anche noi ci saremo, orgogliosi dei nostri figli".
Un documento di 33 pagine affronta le questioni politiche ed è stato condiviso tra le associazioni promotrici. "Sosteniamo che non c'è un unico modello di famiglia - spiegano gli organizzatori - e che all'interno di quelle omosessuali c'è anche il desiderio della genitorialità".
Un desiderio che però deve fare i conti con le limitazioni imposte dalla legislazione statale: la gestazione per altri è vietata, sono vietate le adozioni, è vietata anche la step-child adoption. "Va aperta una seria riflessione bioetica e giuridica su come consentire a gay e lesbiche di diventare genitori", spiega Zanella.
Nella prima conferenza stampa di presentazione le associazioni omosessuali presentano sponsor e partner dell'iniziativa. Promosso da Arcigay, Centaurus, Rete Elgbtqi*, Agedo e Famiglie Arcobaleno, il Pride delle Dolomiti ha già raccolto molte adesioni.
Tra le prime quelle dei sindacati Cgil, Agb, Uil. In sala, durante la presentazione, Walter Alotti e Franco Ianeselli. "Orgogliosi di essere tra i sostenitori - scrive su Facebook quest'ultimo - e a chi ci dice che dobbiamo pensare agli operai e non ai gay, rispondiamo che ci occupiamo proprio dei diritti e delle tutele di tutte le persone che lavorano, nel rispetto e nel valore delle diversità".
Tra le adesioni anche quelle delle associazioni trentine e bolzanine che si occupano di lotta all'Aids, l'associazione omosessuale austriaca Hosi Tirol, le associaizoni Ali aperte e ConEducazione che si occupano di pedagogia, il consultorio del capoluogo sudtirolese, i Giuristi democratici, i Laici del Trentino, i teatri San Marco e delle Quisquilie, oltre all'Anpi presente alla presentazione con il suo presidente Mario Cossali.
"Da oggi saranno attivate le pagine Facebook e il sito ufficiale - spiegano gli organizzatori - e parte anche il crowdfunding. Ma si può sostenere il Dolomiti Pride anche attraverso il volontariato e la partecipazione con i carri che sfileranno per la città".
"Sarà un pride comunitario - conclude Zanella - una festa di tutta la città, di tutti i territori delle Dolomiti. Questo appuntamento sarà parte dell'Onda pride - spiega - di tutti i pride che nel mese di giugno si alterneranno in tutto il Paese".