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Due studentesse trentine rileggono la moda in chiave sostenibile: un inno alla natura e al riuso
Arianna Calzà e Elisa Postai hanno fatto partire Elitra nel 2016 un piccolo progetto creativo a favore dell'abbigliamento sostenibile e della lavorazione artigianale. La nuova collezione è un inno alla natura e al riuso dei tessuti, presentata a poche settimane dalla Fashion Revolution Week

TRENTO. E' ok essere... Weirdo. Weirdo è sinonimo di stranezza, ma di quella stranezza bella. E è anche il nome della nuova collezione firmata Elitra, un duo creativo che promuove la sostenibilità nell'abbigliamento e nei gioielli artigianali ma anche, e soprattutto, la necessità di sentirsi bene nella propria pelle.
Elitra è un piccolo progetto creativo che nasce dall'idea di Arianna Calzà e Elisa Postai, due giovani studentesse trentine decise a dedicare il proprio tempo libero alla creazione di una collezione tutta particolare, raggiungendo un insperato (da parte loro) quanto meritato successo. Nato nel novembre 2016, è con questa collezione e l'opportunità di esporre le proprie creazioni al Details Design Store di via Suffragio. "Volevamo un nome che rimandasse alla natura e un'amica studentessa di Scienze naturali ce l'ha suggerito. Le elitre sono le ali di protezione dei coleotteri – raccontano Elisa e Arianna, sorridendo -. Un richiamo alla natura".

Ventuno e ventidue anni, Arianna e Elisa studiano rispettivamente Design all'Università di Bolzano e Economia e gestione dei beni culturali a Ca' Foscari a Venezia. Si sono conosciute e da lì si è innescata la liaison artistica che ha dato vita a berretti in lana, borse ricamate, orecchini, braccialetti e tanto altro. Fino a Weirdo.
La parola d'ordine resta la sostenibilità, che farà parlare di sé con la Fashion Revolution Week a fine aprile. Sono tanti i negozi anche a Trento che aderiranno a quest'iniziativa contro lo spreco dei tessuti, tanto difficili da smaltire quanto semplici da riutilizzare. "Tutti i brand – racconta Elisa – che fanno a mano i propri capi d'abbigliamento espongono in vetrina il cartello 'Who made my clothes?' (letteralmente, chi ha fatto i miei vestiti, ndr). Anche in Italia si sta sviluppando questo movimento".
"Si sta perdendo il lavoro del valore che c'è dietro alle cose – spiegano le due ragazze -. Oggi, pagare una maglietta tre euro significa non interrogarsi non solo sulla qualità del tessuto, ma soprattutto su chi l'ha fatta . Non si dà il giusto valore alla lavorazione".

Per la creazione della linea di abbigliamento, l'esperta in cucito Elisa ha utilizzato i tessuti di scarto delle più grandi aziende del centro Italia. Il risultato sono dei top dal taglio femminile in cotone organico e t-shirt più maschili. Ogni prodotto è creato artigianalmente e ricamato a mano da Elisa.
"Per me, il rispetto per l'ambiente sta nell'uso di tessuti naturali – spiega Elisa Postai -. Con le ragazze di Details, siamo andate a Carpi dove c'è un ingrosso di tessuti che usano le grandi marche, avanzi di vecchie collezioni. Abbiamo cercato di prendere tessuti al cento per cento naturali, che sono anche più morbidi. Io ho cucito le magliette e realizzato i ricami".
Un'attenzione particolare è rivolta alla scelta dei soggetti, che sono rigorosamente per Weirdos: da Wes Anderson ai Radiohead, ma si passa per il richiamo della natura con foglie e balene o a quello del vivere sostenibile rappresentato da una bicicletta. "Ogni capo d'abbigliamento ha la sua storia e noi abbiamo scelto tutti questi temi ispirati a delle storie di persone particolari che sono riuscite a vivere in modo positivo la loro particolarità".
I gioielli creati da Arianna, invece, sono natura pura. Si tratta di fiori, foglie ed altri elementi naturali incastonati artigianalmente nella resina. Anche qui, la spinta verso la sostenibilità non si è ancora esaurita e la giovane artista sta esplorando alla ricerca di materiali meno impattanti.

"Ho iniziato facendo gioielli di rame e alluminio. Quando abbiamo fondato Elitra, volevamo fare qualcosa di legato alla natura. A Bolzano ho fatto un corso di lavorazione della resina, ma era per la creazione di oggetti con stampi di silicone. Ho insistito con il tecnico di laboratorio per fare un po' di prove per conto mio e mettere nella resina qualche foglia secca", racconta Arianna ridendo.
Elisa e Arianna sono già al lavoro per la collezione estiva, che arriverà presto. I materiali resteranno naturali e il comparto abbigliamento si aprirà all'utilizzo del lino. E, alla domanda 'Who made my clothes?', sapremo dare risposta certa.