La predica dell'arcivescovo contro le fake news: ''Ma anche la nostra vita è spesso un inganno''
Nell'omelia di San Vigilio monsignor Lauro Tisi afferma che "l’illusione di avere la verità in tasca è la nemica dichiarata del gusto per il dialogo. Semplificazioni imbarazzanti che si muovono solo tra bianco e nero, ci tolgono la capacità del discernimento del dato di realtà"

TRENTO. Nell'omelia della Festa di San Vigilio l'arcivescovo Lauro Tisi ha parlato delle fake news. "Nel nostro parlare quotidiano - ha spiegato ai fedeli - è ormai abituale quest'espressione inglese. Le cosiddette fake news, le notizie false, portano a improbabili ricostruzioni dei fatti, alimentano rancori e indignate prese di posizione, dando vita spesso ad accesi dibattiti che non raramente sconfinano nell’insulto, infangando il buon nome delle persone".
Un problema grave, per il presule, "che desta, giustamente, un vero e proprio allarme sociale. Azzardo, però, una provocazione: la nostra vita personale è, spesso, una fake news". E a suffragare la sua tesi chiama in causa l'evangelista Giovanni: “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi”.
"Come non riconoscere che la vita di ciascuno di noi presenta accanto a elementi positivi tutta una serie di vuoti, d’inconsistenze, d’incoerenze che la rendono spesso poco credibile? Dare ad essi un nome, potrebbe essere una salutare opportunità per riconoscere che l’umano personale di ognuno di noi si presenta incompiuto e attraversato dal grido e dalla sete".
Una presa di coscienza che Tisi non ritiene utile solo per il 'buon cristiano' ma per tutti i cittadini: "Questo non è tanto un dato religioso legato alla fede, quanto piuttosto un dato di realtà da cui partire se vogliamo costruire un futuro per tutti noi, Chiesa e società".
"L’illusione di avere la verità in tasca è la nemica dichiarata del gusto per il dialogo. La convinzione di sapere e di argomentare su tutto, toglie la gioia di imparare. Semplificazioni imbarazzanti -afferma Tisi - che si muovono solo tra bianco e nero, ci tolgono la capacità del discernimento del dato di realtà".