
Coronavirus, End Covid Now: una "task force" di medici e [...]

Matiu, ucciso dal freddo mentre dormiva per strada: [...]

Coronavirus, il Trentino guarda al vaccino russo [...]

Crisi umanitaria in Bosnia, l’Arci ha riempito i mezzi [...]

Economia etica, riprendono gli incontri con gli studenti [...]

Luca Oliver riconfermato alla guida delle Acli trentine. [...]

Emanuele Filiberto scrive agli ebrei italiani: "Le leggi [...]

''Gestiamo i tuoi immobili come se fossero i nostri''

Sei incontri per parlare di disturbi mentali, con [...]

Prevista una serie di interventi su depuratori e [...]
Bomba carta contro "Cibo", street artist che copre svastiche e croci celtiche: "Siamo assediati dall'odio"
Pier Paolo Spinazzè di Verona realizza murales di cibarie per coprire i messaggi d'odio che imbrattano i muri delle nostre città. Qualche giorno fa era intervenuto anche sulla vicenda Hellas-Balotelli: "Ai cori razzisti della curva dell'Hellas Verona io rispondo con il sorriso, perché l'odio è un saporaccio da togliere tanto dai muri, quanto dallo sport".

VERONA. Pier Paolo Spinazzè, in arte "Cibo", è uno street artist originario di San Giovanni Lupatoto, comune alle porte di Verona. Da una ventina d'anni, Cibo percorre le strade della città scaligera e della provincia impegnandosi, concretamente, per contrastare il degrado (umano e culturale, soprattutto). L'obiettivo? Cancellare i messaggi d'odio che imbrattano muri e palazzi. Cibo, infatti, da anni, copre svastiche e croci celtiche con i suoi colori. Salsicce, formaggio, frutta, verdura e, all'occorrenza, qualche cupcake. Nomen omen, appunto.
Le sue opere gli hanno portato tanta notorietà ma anche - non è difficile immaginarlo - qualche grattacapo. Lui la chiama "resistenza colorata" e, a ben guardare, mai definizione fu più azzeccata. Spesso, infatti, le sue opere diventano oggetto di ripicche e ritorsioni. L'ultima, la più grave, di qualche giorno fa. L'ennesimo avvertimento di chi, quei simboli che Cibo s'impegna a coprire con tanto zelo, li lascia.
Una bomba carta sotto la sua auto. L'ultimo di una serie di rappresaglie cui quotidianamente deve sottostare. Lui stesso, però, non vuole cedere all'equazione che pone sullo stesso piano Verona e razzismo. Poco dopo la vicenda Hellas-Balotelli (QUI ARTICOLO), sulla quale era intervenuto anche il Trentino, Cibo, sulle sue pagine social, ha pubblicato infatti quest'opera, corredandola con il messaggio: "Ai cori razzisti della curva dell'Hellas Verona io rispondo con il sorriso, perché l'odio è un saporaccio da togliere tanto dai muri, quanto dallo sport, ma soprattutto dai palazzi dei cittadini".

Tanti i messaggi di solidarietà all'artista veronese che, sulla sua pagina Facebook, ha voluto ringraziare tutte le persone che gli hanno dimostrato vicinanza non risparmiando, però, un affondo all'amministrazione cittadina: "Grazie a tutti per i messaggi di solidarietà! - scrive - Purtroppo Verona è ostaggio di queste persone, ma la cosa grave è questo odio trova copertura nella politica locale. Per noi scaligeri è folklore che un consigliere faccia il braccio teso in consiglio comunale, oppure che altro consigliere cancelli il murales sul femminicidio o sindaci che sminuiscono atteggiamenti razzisti di una minoranza minorata. Le istituzioni hanno perso il valore della parola, la memoria, il rispetto, l'empatia".
"Come dicevo prima - continua - siamo ostaggio, noi veronesi di cuore e di cultura siamo assediati dall'odio, ma non per questo deve passarci l'appetito, anzi! Per quel che mi riguarda ho MOLTA FAME!".
Cibo, quindi, continua la sua resistenza colorata, e conclude "Siate la persona che volete incontrare, siate buoni! Verona, ama!".