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Vertice olimpico a Milano per decidere la governance, ci sono tutti tranne Trentino e Alto Adige. Ghezzi: ''La Provincia si limita a recepire le decisioni degli altri''

Una partita che andrebbe presidiata, se da un lato Trentino e Alto hanno stanziato le prime risorse e sono inserite nel dossier, dall'altro non compaiono ancora sul sito ufficiale. Non solo, Torino e il Piemonte potrebbero cercare di rientrare nella kermesse olimpica. Ghezzi: "Già stanziate risorse importanti, ma non c'è traccia del Trentino e delle Dolomiti"

Di Luca Andreazza - 28 agosto 2019 - 17:22

TRENTO. Si è tenuta mercoledì 27 agosto a palazzo Lombardia la prima riunione per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Un vertice per definire la governance della kermesse a cinque cerchi e per discutere se a sovrintendere l'organizzazione dell'Olimpiade sarà una società per azioni o una fondazione.

 

Ma non tutti gli attori erano seduti intorno al tavolo: presenti il sindaco di Milano, Beppe Sala, e quello di Cortina, Gianpietro Ghedina, quindi Attilio Fonatana, presidente della Lombardia e in videoconferenza il presidente del Veneto, Luca Zaia. Presenti anche rappresentanti del Coni, ma assente a causa della crisi di governo il sottosegretario con delega allo sport, il leghista Giancarlo Giorgetti, sostituito dai tecnici del ministero. Assenti anche Trentino e Alto Adige

 

Una partita che andrebbe presidiata, se da un lato Trentino e Alto hanno stanziato le prime risorse e sono inserite nel dossier, dall'altro non compaiono ancora sul sito ufficiale. Si segue giocoforza a ruota, territori che si sono messi a disposizione per completare una proposta olimpica "diffusa" e innovativa, ma Torino e il Piemonte avrebbero iniziato le operazioni per rientrare nel progetto olimpico dopo aver ceduto il passo. In questo senso c'è la candidatura dell'ex capitale d'Italia alle Universiadi del 2025, evento universitario che si tiene dodici mesi prima le Olimpiadi di Milano e Cortina (Qui articolo). 

 

Un incontro, quello a palazzo Lombardia, fondamentale in quanto ha definito l’assetto giuridico dell’ente olimpico, sarà istituita una fondazione, e della governance, che prevede la presenza di tre organismi: il comitato organizzatore, che è l’organismo responsabile della pianificazione e della realizzazione dei Giochi olimpici e paralimpici, e il consiglio olimpico (costituito da rappresentanti del Governo italiano, i sindaci di Milano e Cortina, i presidenti delle Regioni Lombardia e Veneto, i presidenti del comitato organizzatore, del Coni e del Cip), cui spetta la supervisione sui Giochi. 

 

Ecco poi il controllo sull’agenzia olimpica di progettazione, preposta alla realizzazione dell’infrastruttura dei giochi, che sarà istituita da un’apposita legge olimpica. "Non solo nella riunione di Milano - commenta Paolo Ghezzi, consigliere provinciale di Futura - ma in tutto il procedimento che ha finora riguardato le Olimpiadi del 2026, non c'è traccia del Trentino, non c’è il nome Dolomiti nella dicitura ufficiale, che avrebbe potuto richiamare quanto il patrimonio dell’umanità presente nel nostro territorio può offrire dal punto di vista turistico e dell’immagine".

 

Le risorse ci sono, la legge di assestamento del bilancio di previsione della Provincia di Trento ha già autorizzato la spesa di 1.114.000 euro per l'esercizio 2021 e fino all'esercizio 2030 per il “finanziamento delle strutture sportive e di altre opere attrezzature e impianti di competenza dei Comuni connessi allo svolgimento delle Olimpiadi invernali 2026”.

 

"E' necessario - prosegue Ghezzi - fare chiarezza sul ruolo del Trentino e su come la giunta provinciale intenda affrontare l'impegno olimpico dal punto vista comunicativo e organizzativo, le cifre stanziate sono importanti. La Provincia ha condiviso pienamente la volontà più volte espressa dall’amministrazione veneta di declinare la candidatura a livello di 'sistema territoriale dolomitico in virtù della sua eccezionalità geologica e geomorfologicopaesaggistica' (delibera della Giunta provinciale 2.413 del 21 dicembre 2018), ma del nostro territorio non c'è ombra. Sembra che l’intenzione della giunta sia quella di recepire, passivamente e ancora una volta, quanto viene deciso dagli altri, in questo caso Veneto e Lombardia".

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