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Olimpiadi 2026, giorni decisivi per l'ice rink di Pinè? Il sindaco: ''Avremo i giochi, siamo una piazza di tradizione e cerchiamo la soluzione più sostenibile''
Il sindaco di Baselga di Pinè sul rischio di perdere il campo gara: "Ci sono le rassicurazioni e non ci sentiamo in pericolo. A Torino, per esempio, non ha funzionato proprio perché la costruzione è stata praticamente ad hoc. Qui ci sono già tutte le caratteristiche, soprattutto per rispondere al requisito di legacy e di quanto viene lasciato sul territorio finite le Olimpiadi"

BASELGA DI PINE'. "La procedura del Navip non è ancora conclusa e attendiamo le valutazioni". A dirlo Alessandro Santuari, sindaco di Baselga di Pinè, sulla questione che riguarda l'Ice rink con orizzonte le Olimpiadi 2026 Milano-Cortina. "Parallelamente c'è l'altro progetto, portato avanti dalle amministrazioni pubbliche, più contenuto negli interventi e nelle cifre: ci sono le coperture e c'è la volontà di riqualificare questa location per i Giochi a cinque cerchi".
Sono due le ipotesi in ballo per riqualificare lo stadio del ghiaccio sull'Altipiano di Pinè. Il progetto di Fincantieri Infrastructure, un'opzione in project financing firmata dall'architetto Carlo Ratti e che interessa, moltissimo, l'amministrazione comunale. Un piano da 180 milioni per una struttura da 5 mila posti per il pubblico.
L'alternativa per la Pat è quella di procedere con un appalto tradizionale per realizzare la copertura e poi intervenire mediante il ricorso alla finanza locale, come avviene ora, per un conteggio da 30 milioni di investimento e una manutenzione tra 500 mila e 1 milione di euro l'anno.
Dopo un primo approfondimento il progetto in project financing, però, non sembra aver convinto il Nucleo di analisi e valutazione degli investimenti pubblici della Provincia per i costi. "Questo piano - dice Santuari - è di qualità indiscutibile e il confronto è in corso per verificare se è possibile individuare un punto di incontro tra disponibilità economica e scelte tecniche. L'istruttoria è ancora in corso, si tratta di un'iniziativa spontanea del privato e la società proponente è in contatto con gli uffici provinciali per trovare una soluzione".
Se non ci dovesse essere la dichiarazione di pubblica utilità, si passa al piano B. "Il Comune e la Provincia - aggiunge il primo cittadino - hanno pronta una soluzione alternativa e altrettanto efficace in grado di soddisfare i requisiti olimpici. Si lavora in parallelo e in modo molto serrato per rispettare tutti i tempi e iniziare quanto prima il restyling della struttura. L'Altopiano di Piné vuole e avrà le Olimpiadi: c'è un assoluto allineamento per raggiungere questo obiettivo. E' ancora presto per definire i costi perché ci sono alcuni ritocchi e alcune variazioni, portate avanti anche in raccordo con la Federazione internazionale".
Quella di Baselga di Pinè è tra le sedi di gara più attenzionate per quanto riguarda la kermesse a Cinque cerchi. Molti i dubbi anche delle associazioni ambientaliste sulla sostenibilità dell'impianto (Qui articolo). Nei mesi scorsi anche il Cio avrebbe ipotizzato una nuova venue per le competizioni di pattinaggio.
"Non vediamo questo rischio - commenta Santuari - c'è anche un appoggio formale della Provincia a cui spetta l'ultima parola. Il pattinaggio è uno sport con una grande tradizione a Piné: tante le medaglie, anche olimpiche, costruite nel nostro impianto. Questa opera necessita naturalmente di un profondo restyling perché è stato creato 40 anni fa e quindi c'è una naturale obsolescenza. Ma si parla di uno stadio costruito per la volontà di un territorio e non per ragioni di marketing o per un singolo evento. A Torino, per esempio, non ha funzionato proprio perché la costruzione è stata praticamente ad hoc. Qui ci sono già tutte le caratteristiche, soprattutto per rispondere al requisito di legacy e di quanto viene lasciato sul territorio finite le Olimpiadi".
Insomma, si lavora a ritmo serrato per chiudere il cerchio e poi aprire i cantieri. "Il tempo non è certo tanto e nei prossimi giorni si delineerà la scelta definitiva. E' una fase delicata ma il nostro obiettivo è quello di sviluppare la soluzione più sostenibile sotto tutti i punti di vista", conclude Santuari.