
Bunker West Starn sotto il Moscal, lunghe code per [...]

Torna l'ora legale: questa notte lancette in avanti di 60 [...]

Vino e cibo, scienza e cultura, il festival delle [...]

Via libera al nuovo polo culturale all'ex cinema [...]

"Mare fuori" arriva in Trentino e fa il tutto esaurito: [...]

La gara podistica X-Bionic Lake Garda 42 è anche [...]

"Ecco come sono finito sotto Victoria dei Måneskin [...]

Da Del Piero a Totti, da Ronaldo e Baggio, l'intelligenza [...]

"Partito da un furgoncino con la vendita porta a porta a [...]

Al via la campagna del '5 per mille' dell'Associazione [...]
Coronavirus, circolare dell'Apss che blocca lo screening sugli anziani nelle Rsa. Upipa: ''Rischiamo un'accelerazione del contagio''
Modifiche alle linee guida anche per quanto riguarda gli operatori: screening una volta in settimana e se non ci sono sintomi non servono test al personale che ha già contratto Covid-19 nei mesi scorsi. Francesca Parolari, presidente di Upipa: "Se aspettiamo l'insorgenza dei sintomi o aspettiamo la positività accertata di un operatore, rischiamo di non contenere il contagio. Dobbiamo agire su entrambi i fronti"

TRENTO. "L'azione di screening è fondamentale per prevenire il contagio. C'è grandissima preoccupazione nelle strutture per le nuove disposizioni". Così Francesca Parolari, presidente di Upipa, raggiunta nelle scorse ore dalla circolare dell'Apss che aggiorna e modifica le linee guida per quanto riguarda l'utilizzo dei tamponi nelle case di riposo trentine.
L'attenzione resta massima in un comparto delicatissimo. Le Rsa hanno pagato un prezzo carissimo nella prima ondata di Covid-19 e la pressione è molto alta anche in questa seconda fase. Nonostante le rassicurazioni della Provincia, la situazione è difficile nelle case di riposo: gli operatori sono chiamati a straordinari, turni lunghissimi e tanta stanchezza (Qui articolo). Il coronavirus è riuscito a entrare in diverse strutture, anche in quelle che erano riuscite a resistere all'infezione in primavera.
Ora, però, le autorità sembrano compiere un passo indietro e allentare la presa. L'Azienda provinciale per i servizi sanitari ha inviato una circolare alle case di riposo per una "gestione razionale dei tamponi di screening e di guarigione tra gli operatori di Rsa e per i residenti". Si riduce la potenza di fuoco dell'attività di screening.
"Da un'analisi sull'utilizzo dei tamponi molecolari presso le Rsa trentine - spiega la circolare - emergono significative disomogeneità tra le diverse strutture evidenziandosi, in alcuni casi, un disallineamento rispetto alla pianificazione e gli indirizzi dati a ottobre; tale utilizzo inappropriato (in taluni casi si registrano in alcune strutture tamponi di screening effettuati anche più volte nell'arco della settimana) produce un consumo di test che va ripercuotersi negativamente sull'efficienza dell'intero sistema (es. ritardi di refertazione)". Anche perché il contagio in linea generale appare molto più alto di quanto comunicato dalla Provincia, che ancora non ha diffuso i dati dei test antigenici.
Il direttore per l'integrazione socio sanitaria, Enrico Nava, ribadisce che "Le Rsa sono autorizzate a eseguire tamponi di screening sul personale nonché tamponi per dimostrare la guarigione. Circa i tamponi di screening, in linea con quanto disposto, si conferma l'attuale cadenza di effettuazione degli stessi una volta alla settimana". C'è inoltre una modifica alle regole contenute nelle attuali linee guida: "E' necessario sottoporre a test di screening solo il personale che non abbia superato già l'infezione nei mesi precedenti, a meno che non manifesti sintomatologia assimilabile a Covid".
Questa decisione viene presa nonostante proprio Provincia e Apss abbiano presentato alcuni risultati dello studio condotto nei 5 Comuni che avevano presentato un'incidenza molto di infezione: il 75% dei guariti presenta ancora anticorpi attivi per circa 6 mesi ma il 25% della popolazione li perde prima e quindi può ammalarsi nuovamente. A rendere più complicata la questione è l'impossibilità a stabilire a quale gruppo appartengono i guariti (Qui articolo).
Un'evidenza chiara anche alle autorità naturalmente ma non importa. "Sul punto si precisa infatti, che, benché in letteratura si registrino casi di reinfezione in soggetti precedentemente risultati positivi - spiega la circolare - questi sono estremamente rari e quindi non si giustifica la ri-esecuzione routinaria del test a questi soggetti; al contrario, la ripetizione di questi test si è dimostrata fonte di falsi positivi, poiché le tecniche di Pcr sono in grado di rilevare anche frammenti di virus non patogeni".
L'intenzione delle case di riposo è di trovare una mediazione. "Se abbassiamo la capacità di screening - commenta Parolari - esponiamo il settore a grandi rischi. I tamponi di controllo sono un importante strumento di prevenzione, un investimento essenziale per tutelare la salute. Se abbassiamo la guardia, il rischio è quello di un'accelerazione del contagio. E' necessario trovare un punto di equilibrio e prepariamo una nota da inviare all'Apss".
Sembrano cambiare anche le procedure per il tampone molecolare di guarigione. "Per i soggetti positivi (asintomatici o sintomatici), dopo 21 giorni dalla data del primo tampone positivo di esclusiva esecuzione del tampone rapido antigenico". Ogni giorno si contano nuovi morti, nuovi ammalati gravi e questa seconda ondata ha riportato alla luce vecchi punti deboli, come la mancanza di personale. Il Covid-19 non dà un attimo di respiro alle case di riposo alle prese con una costante ricerca di infermieri ma anche oss.
"Dobbiamo approfondire questo aspetto perché non è molto chiaro. Non possiamo aspettare 21 giorni - evidenzia la presidente di Upipa - perché il personale è contato nei numeri e molto provato da lunghi mesi di impegno in prima linea. E quindi abbiamo la necessità di far rientrare in servizio gli operatori appena possibile, compatibilmente con la negativizzazione".
Capitolo gestione dei residenti. "Per quanto attiene ai residenti, in linea con quanto disposto dalle Linee guida per le Residenze sanitarie assistenziali, si ricorda che non sono previsti tamponi di screening. I tamponi molecolari (o antigenici) - si legge nella nota inviata alle case di riposo - si praticano in caso di sospetto clinico per sintomatologia evocativa di malattia Covid oppure in caso di contatto stretto con personale dimostratosi positivo al tampone".
Anche per i residenti delle case di riposo vale quanto stabilito per gli operatori: se hanno contratto e superato Covid-19. "Non devono più essere testati i residenti che hanno superato l'infezione o la malattia nei mesi precedenti (a meno che non manifestino sintomatologia assimilabile a Covid e in questi casi va poi avvisata la Task Force Rsa)".
"Siamo consapevoli della delicatezza di effettuare gli screening agli ospiti, un'azione invasiva. Ma è fondamentale per cercare di anticipare e prevenire situazioni critiche. Se aspettiamo l'insorgenza dei sintomi o aspettiamo la positività accertata di un operatore, rischiamo di non contenere più il contagio all'interno delle strutture. Le Rsa cercano di intervenire in maniera tempestiva e articolata per gestire i casi, ma si deve anticipare i tempi. Dobbiamo agire con gli screening su entrambi i fonti: operatori e ospiti", conclude Parolari.