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Mondiali di Cortina, cosa resta? Casanova: ''Un evento economico che ha tolto soldi alla montagna. E dei 52 milioni per la sanità nulla andrà a Belluno''
Il presidente onorario di Mountain Wilderness Italia analizza il grande evento andato in scena una settimana fa: ''I mondiali del trionfo del cemento. Si rimane sconcertati dal fatto che la Regione Veneto utilizzi soldi pubblici per ripianare la Fondazione dei mondiali del mancato introito della vendita di biglietti, 3 milioni di euro pubblici tolti ai servizi essenziali alle persone e alla cura della montagna''

CORTINA. ''Più che ad un importante evento sportivo abbiamo assistito ad una rassegna mediatica e di esplosione di pubblicità, anche molto aggressiva, vedasi le firme delle auto. Un evento economico che ancora ha tolto soldi alla montagna''. Questo è Luigi Casanova presidente onorario (quindi non esecutivo) di Mountain Wilderness Italia che non ha usato giri di parole per descrivere i mondiali di sci alpino di Cortina d'Ampezzo andati in archivio la scorsa settimana.
Mondiali che per molti avrebbero dato il senso di come viene considerata la montagna Bellunese: un luogo magnifico, una risorsa straordinaria che però va capitalizzata economicamente il più possibile anche a costo di sacrificare spazi verdi, natura e paesaggi. Ma soprattutto un luogo che vale per quel che può dare dal punto di vista dello sfruttamento turistico ma meno per chi ci vive visto che ''contemporaneamente allo svolgersi delle gare Luca Zaia stanziava 52 milioni di euro per la sanità veneta. Non un centesimo - spiega Casanova - viene investito nel Bellunese mentre ci si impegna alla costruzione di devastanti e costose circonvallazioni, tipo San Vito di Cadore o a Longarone e Castelavazzo, una vergogna, 270 milioni di euro per distruggere la montagna''.

''Tutto tace - prosegue il presidente onorario di Mountain Wilderness Italia - sulle potenziali ferrovie che potrebbero risolvere problemi cronici della mobilità del bellunese o sul potenziamento, stabile, del trasporto pubblico. Come si rimane sconcertati dal fatto che la Regione Veneto utilizzi soldi pubblici per ripianare la Fondazione dei mondiali del mancato introito della vendita di biglietti, 3 milioni di euro pubblici tolti ai servizi essenziali alle persone e alla cura della montagna. Sono stati i mondiali del trionfo del cemento sulla montagna. Lo abbiamo ripetutamente documentato con efficacia, anche grazie al lavoro del nostro caro amico Francesco Pistollato, filmmaker paesaggista che ci è sempre stato vicino, anche durante le ricognizioni di questa settimana''.
L'ambientalista continua spiegando che i mondiali di sci alpino di Cortina d’Ampezzo hanno messo in luce, a fronte di 10 stupende giornate di sole e temperature fredde, limiti che sono apparsi a tutti evidenti.
''Proprio nei punti critici sollevati dagli ambientalisti - spiega - laddove è stato usato l’esplosivo per demolire la roccia (piste Vertigine e Labirinti), laddove si sono messi i Gasez (i bomboloni di gas, inseriti per liberare il versanti dall’incombenza delle valanghe). Per chi sa giudicare con equilibrio è risultato evidente che le piste di Supergigante e Discesa libera sono inadeguate a gare internazionale di tale livello, troppo brevi. Che l’aver voluto stupire con una serie di salti impossibili si è rilavata una bravata che ha lasciato ulteriori scompensi al territorio, sia in roccia che nel settore boscato. I salti sono infatti stati tutti addolciti in corso d’opera, o inserendovi curvoni da formula 1 (le chicane) o spianando la neve, facendo comunque imbestialire gli atleti. Come del resto l’incubo valanghe sulle piste rimane: gli organizzatori sono stati fortunati per il fatto che non si siano verificate nevicate importanti, altrimenti tutta l’organizzazione saltava (vedere i primi tre giorni, tutte le gare annullate). In questa situazione Cortina deve rassegnarsi: per le Olimpiadi 2026 le gare maschili rimangono in Valtellina. Nonostante le aggressive intemperanze contro la Lombardia del governatore veneto Luca Zaia e del sindaco di Cortina Gianpiero Ghedina. Le piste non si possono ulteriormente allungare, a meno che non si demolisca del tutto la Tofana di Mezzo (abbiamo già visto di cosa sia capace certa imprenditoria)''.
''Ora ci attende una grande e lunga sfida - conclude Casanova -. Per vincerla abbiamo bisogno del contributo di tutte le sensibilità e intelligenze attive, dove possibile anche istituzionali delle Alpi, e specialmente del bellunese. Vanno impediti i tre grandi collegamenti legati ai mondiali appena conclusi e alle prossime Olimpiadi Lombardia Cortina 2026: Cortina – Arabba – Marmolada, Cortina – Val Badia, Cortina – Alleghe – Civetta. Qualora realizzati questi assurdi collegamenti lasceremo in eredità ai giovani le Dolomiti in alta quota definitivamente distrutte, ovunque, come già avvenuto in Val di Fassa, Val Gardena e Badia. Avremo modo di approfondire e lavorare sul per costruire le necessarie alleanze, anche di profilo internazionale''.