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"Scoprire il mondo in Vespa mi riempie il cuore", dal Veneto all'Asia, l'avventura su due ruote di Saverio Altafini: "Ho lasciato il lavoro per realizzare questo grande sogno"

Una Vespa Px 125 del 1982 e un grande sogno: quello di vedere il mondo e in particolare l'Asia. È la storia di Saverio Altafini e della sua 'pausa' dal lavoro, presa per rincorrere, su due ruote, i propri desideri: "Sono partito dal Veneto 11 mesi fa. Da allora non mi sono mai fermato fra avventure, straordinari incontri e qualche intoppo: guardare il mondo dal mio scooter mi riempie il cuore"

Di Sara De Pascale - 05 giugno 2023 - 16:21

VERONA. "La mia è storia banale: al giorno d'oggi se ne sentono tante. Posso dire che, sicuramente, il mio è il racconto di una persona che ha deciso di realizzare un grande sogno". Sono le parole di Saverio Altafini che, in sella alla propria Vespa anni '80 è partito dalla Provincia di Verona alla volta dell'Asia ormai 11 mesi fa, desideroso di raggiungere l'India su due ruote: "Da allora non mi sono mai fermato fra avventure, straordinari incontri e qualche intoppo", rivela il 36enne a Il Dolomiti.

​"Questi ultimi erano stati anni pesanti di lavoro in ospedale", spiega Saverio, che anticipa così la sua scelta di lasciare tutto e partire: "Ho deciso di chiedere un'aspettativa che non mi è stata concessa. Poi, il desiderio di andarmene era talmente forte che ho scelto di dimettermi, ho preso la Vespa, uno zaino e la tenda e ho cominciato il mio viaggio". Era il 9 luglio 2022, l'inizio d'un'avventura "che ancora non so quando si concluderà". 

 

Un sogno che lo accompagnava "fin da ragazzo", quello di girare il mondo e in particolare l'Asia, "che negli anni ho sempre più spesso scelto come meta delle mie vacanze. Quando una decina di anni fa, per caso, ho acquistato una Vespa Px 125 del 1982, ho scoperto una nuova passione, quella dei viaggi su due ruote". Dopo anni di "vacanze e gite fatte proprio con quella Vespa, ho deciso che era giunta l'ora di stare via per un periodo più lungo delle classiche 3 settimane".

 

Lo scorso anno Saverio è partito alla volta di Bari da Legnago, in Provincia di Verona, si è imbarcato su di un traghetto per raggiungere la Grecia e da lì ha cominciato la propria avventura, "senza nemmeno sapere per certo quale fosse la mia destinazione - prosegue il 36enne -. Sapevo che avrei voluto raggiungere l'India ma non sapevo se ci sarei riuscito". Pochissimi programmi e due sole certezze: "Il mio 'scooter' e la tenda dove accamparmi per la notte in qualsiasi condizione meteo".

 

Dalla Grecia alla Turchia, poi Georgia, Armenia e Iran, infine Pakistan, India e Bangladesh, dove Saverio si trova attualmente: "Non sono un nomade digitale né cerco un impiego all'estero: il mio, è un viaggio fatto per me stesso e per realizzare quel sogno che mi ero ripromesso avrei avverato - racconta ancora -. Attualmente mi trovo in Bangladesh dove rimarrò ancora per poco: l'obiettivo è quello di tornare in India e di passare poi l'estate al fresco in montagna, sull'Himalaya".

Non un viaggio semplice, soprattutto a bordo di un mezzo di 40 anni d'età, spesso guidato "su strade non poco dissestate dove la gente guida in modo totalmente anarchico", ironizza. Per il 36enne, "tolta la scomodità, la Vespa ha solo aspetti positivi, a partire dalla 'velocità' che raggiunge, intorno ai 50 o 60 chilometri orari, perfetta per godersi il panorama senza rischiare di perdersi qualcosa". 

Un'esperienza fatta di viste mozzafiato, sorprese e "incontri con persone che mi avvicinano in continuazione, spesso offrendosi di ospitarmi nelle loro case: sono tutti amichevoli e devo dire che mi sono sempre sentito protetto e accolto. Non ho mai avuto timore di nulla, nemmeno quando in India, letteralmente in mezzo al nulla, mi si è rotto il mezzo. Dopo poco, sono arrivate decine e decine di persone che si sono offerte di darmi una mano". Uno dei quali ha trovato dei meccanici disposti ad aggiustare lo scooter: "Quest'uomo mi ha ospitato per ben una settimane a casa sua, fino a che la Vespa non è stata aggiustata".

 

"Ho dormito a casa di moltissime persone, famiglie, appassionati di Vespe (appartenenti a dei Club ndr) e anche missionari italiani: esperienze tutte diverse ma incredibilmente arricchenti - conclude Saverio -. Ho visto luoghi che mi hanno colpito tantissimo come una zona a nord del Pakistan, considerata 'dimenticata da Dio' e pericolosa, dove invece ho incontrato gente di una cordialità indescrivibile e goduto della vista di paesaggi mozzafiato, come vette di 8mila metri di altitudine che, percorse in scooter, sono (ancora più) in grado di riempire il cuore". 

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