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Per il calcio provinciale si profila lo stop definitivo con arrivederci (si spera) a settembre. Venerdì la decisione sui campionati regionali
Il nuovo Dpcm ferma tutto sino al 6 aprile e, dunque, manca il tempo anche per chiudere solamente il girone d'andata. Per Eccellenza maschile e femminile e calcio a 5 di serie C1 deciderà il Consiglio Federale: per andare avanti serviranno il riconoscimento d'interesse nazionale, tamponi e protocolli

TRENTO. Prima era solamente una "voce", poi una convinzione, adesso si attende solamente l'ufficialità. I campionati maggiori provinciali (nel caso del Trentino si parla di Promozione, Prima e Seconda Categoria) e, conseguentemente, anche quelli giovanili, sono destinati ad essere chiusi in via definitiva per la stagione 2020 - 2021. Che, di fatto, risulterebbe praticamente non disputata. La decisione arriverà a breve e sarà sofferta, ma inevitabile.
Il nuovo Dpcm, in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, confermerà tutte le restrizioni per quanto riguarda la pratica delle attività sportive a carattere dilettantistico con interesse regionale e provinciale. In poche parole: sino al 6 aprile non se ne parla di allenarsi in modo "normale" e, dunque, lo spazio di manovra è praticamente terminato.
Per la Lega Nazionale Dilettanti e i vari Comitati Regionali e Provinciali sarà impossibile programmare la ripresa dell'attività, concedendo almeno tre settimane di allenamenti alle squadre (non vi sarebbero i tempi tecnici) e, dunque, quasi certamente si archivierà tutto con appuntamento - si spera - ad agosto per la ripartenza.
Diverso è, invece, il discorso riguardante i tornei a carattere regionale, ovvero il campionato d'Eccellenza maschile e femminile e il torneo di serie C1 di calcio a 5. Ebbene, venerdì a Roma si terrà il Consiglio Federale, che dovrà esprimersi in maniera definitiva. In poche parole: sei ai sopracitati campionati verrà riconosciuto l'interesse nazionale, allora questi saranno a tutti gli effetti equiparati, ad esempio, alla serie D con conseguente possibilità di svolgere gli allenamenti "di contatto", di effettuare spostamenti anche all'interno di una zona arancione o rossa (questo vale sia per i singoli atleti che per le squadre in occasione delle gare ufficiali) e della certezza di poter portare a termine il campionato (salvo un lockdown generale, ovviamente) perché, conseguentemente, verrebbe introdotto un protocollo ad hoc e, probabilmente, anche l'obbligo di effettuare i tamponi prima delle partite con un contributo che coprirebbe gran parte delle spese.
La situazione è ovviamente complessa perché, anche in caso di decisione positiva, ci sarebbe poi da confrontarsi con le singole amministrazioni, che potrebbero bloccare l'utilizzo delle strutture. Senza tenere conto che alcune società potrebbero dirsi non disponibili a tornare in campo e il blocco delle retrocessioni (altro punto all'ordine del giorno del Consiglio Federale sarà la determinazione delle classifiche) non basterebbe a "garantire" chi, in questo momento, sta pensando di non giocare sino alla prossima stagione.