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Lotta alla cimice asiatica, buona la prima dopo i lanci del 2020. La vespa samurai si è stabilita nel 30% dei 20 siti trentini

Sono disponibili i primi risultati del monitoraggio sull'insediamento della vespa samurai nella lotta alla cimice asiatica. Nei lanci avvenuti nel 2020, che già hanno permesso un calo dei danni sulla frutta rispetto al 2019, l'agente di controllo si è stabilito nel 30% dei 20 siti di rilascio. E nel 2021 si tornerà a liberarne altri esemplari

Pubblicato il - 11 febbraio 2021 - 12:10

SAN MICHELE ALL'ADIGE. La lotta alla cimice asiatica dà i primi frutti. L'insediamento delle vespe samurai, “nemiche naturali”, è avvenuto nel 30% dei siti trentini indicati, centrando dei primi risultati promettenti. Il 2020, dunque, segna un primo passo verso l'eliminazione di un parassita che non solo in Trentino ma in tutto il Nord Italia mette a serio repentaglio le coltivazioni agricole.

 

Dopo l'approvazione con decreto del Ministero dell'Ambiente, il programma nazionale di lotta biologica ha previsto l'immissione in natura della specie Trissolcus japonicus, la vespa samurai, appunto, come agente di controllo biologico del fitofago Halyomorpha halys, la cimice asiatica. Per la Provincia di Trento, l'allevamento e la moltiplicazione durante la primavera e il rilascio dell'antagonista durante l'estate sono stati curati dalla Fondazione Mach, che ha operato in stretto coordinamento con il Crea Difesa e Certificazione, autore dello studio di fattibilità del progetto.

 

Gli esiti preliminari del monitoraggio e l'integrazione dello studio del rischio sono stati trasmessi, d'intesa con il Servizi fitosanitari regionali e provinciali coinvolti, al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, mentre dalla loro valutazione scaturirà il rinnovo dell'autorizzazione al lancio della vespa samurai per l'anno in corso.

 

Nel campus di San Michele si procede dunque all'allevamento della “vespina”, in previsione della prossima estate. La sua presenza, per ora, è rilevata nel 30% dei 20 siti trentini dopo il primo lancio effettuato la scorsa primavera. Il risultato, dunque, è promettente (e consultabile in una monografia appena pubblicata, utile per operatori, tecnici e agricoltori).

 

I risultati preliminari del monitoraggio post-rilascio confermano l'efficacia degli individui rilasciati nel localizzare e parassitizzare le ovature di cimice asiatica e nel diffondersi sul territorio. Inoltre, non sono state osservate parassitizzazioni su altre specie. I lanci sono avvenuti in coincidenza con un'annata complessivamente buona per la gestione della cimice nei meleti. Rispetto al 5,7% di frutti danneggiati nel 2019, infatti, la percentuale nel 2020 è calata all'1,7%. Per raggiungere una situazione di equilibrio, nondimeno, ci vorrà qualche anno.

 


 

Per quanto riguarda la mappa dei rilasci è stata studiata attentamente dai ricercatori Fem una tabella di marcia con aree e tempi. Tre saranno i rilasci in questo 2021, tra giugno e agosto. In ogni punto e per ogni rilascio sono stati liberate circa 100 femmine e 10 maschi. La microvespe samurai allevate per il rilasci appartengono proprio al ceppo fornito da Crea, in un'operazione resa possibile dalla messa a disposizione delle strutture di Fem. Qui sono stati allevati 25mila individui adulti di cimice, di cui oltre 18mila consegnati da cittadini volontari, da cui è stato possibile produrre circa 4700 ovature utili a moltiplicare la vespina.

 



 

Gli esemplari allevati sono circa 13mila. Ogni femmina di Trissolcus japonicus è in grado di produrre circa 80 uova, depondendole all'interno di quelle della cimice asicatica. Di contro, la vespa samurai è assolutamente innocua per gli altri organismi e soprattutto per l'uomo.

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