“Stop al piombo nella caccia, avvelena i rapaci”, la petizione per fermare la strage silenziosa di aquile e avvoltoi
Nel 44% delle carcasse di Aquila reale e avvoltoi analizzate sono stati evidenziati valori cronici di piombo superiori al normale. Le associazioni ambientaliste: “È colpa dei proiettili utilizzati per la caccia, per risolvere il problema alla radice è necessario il divieto totale del piombo dalle munizioni”

SONDRIO. “Stop al piombo nella caccia. Basta rapaci intossicati”, è questo il titolo della petizione che è stata lanciata da una rete di associazioni ambientaliste, fra cui Wwf, Legambiente e Lipu solo per citarne alcune. L’istanza ha già superato le 8.000 sottoscrizioni.
Come ha dimostrato uno studio condotto dalla Parco Nazionale dello Stelvio in collaborazione con l’Ispra e vari enti regionali la problematica è particolarmente grave. Nel 44% delle carcasse di Aquila reale e avvoltoi analizzate sono stati evidenziati valori cronici di piombo superiori al normale e livelli da avvelenamento clinico nel 26% dei casi (articoli QUI e QUI). Il piombo infatti, è un metallo che se inalato o ingerito (ma anche se si rimane a contatto per periodi di tempo prolungati) può diventare molto pericoloso anche per la salute umana. Proprio per questo è stato rimosso da una ampia gamma di settori produttivi, il problema è che è ancora ampiamente utilizzato nelle munizioni per la caccia.
Le munizioni di piombo disperse negli ambienti naturali, presenti nel corpo degli animali abbattuti e nelle viscere degli ungulati lasciati sul terreno dai cacciatori dopo l’abbattimento, rappresentano un grave rischio per la salute degli uccelli selvatici che, se le ingeriscono, possono intossicarsi fino alla morte per saturnismo acuto e cronico. Solo nella provincia di Sondrio, dal 2005 al 2019, su 15 aquile reali recuperate, ben 9 (pari al 60%) sono morte affette da saturnismo cronico o acuto.
Eppure la caccia potrebbe essere praticata senza le munizioni di piombo perché i proiettili costituiti da materiali atossici alternativi (come il rame per la caccia agli ungulati e l’acciaio per le munizioni spezzate) sono ormai fabbricati da tutte le principali aziende produttrici a livello mondiale.
Negli ultimi anni ci sono state delle iniziative per cercare di limitare l’utilizzo di queste munizioni. Recentemente la Commissione Europea ha incaricato l’Agenzia Chimica Europea di avviare un’istruttoria per introdurre una restrizione all’uso del piombo nella produzione di munizioni da caccia destinate a essere utilizzate sull’intero territorio dell’Unione Europea. Inoltre, Sondrio è stata la prima provincia italiana ed europea che, dal 2011, ha parzialmente bandito le munizioni con piombo per la caccia agli ungulati. Tuttavia, denunciano le associazioni ambientaliste, questa restrizione si è rivelata del tutto insufficiente dal momento che il numero delle Aquile reali intossicate sarebbe persino aumentato. “Per risolvere il problema alla radice – spiegano – è necessario il divieto totale del piombo dalle munizioni da caccia”.