
Riciclaggio di denaro da narcotraffico, maxi operazione [...]

Scomparso da sabato, non si fermano le ricerche per [...]

Dopo la tragedia a Caldes i bidoni sono sempre gli stessi [...]

Un bus di linea si schianta contro il guardrail (FOTO). [...]
.jpg?itok=RRLFjy0w)
Colpito da un tronco mentre fa legna: ferito un [...]

Addio a Carmelo Pintarelli, ex assessore e ideatore del [...]

Due cani liberi attaccano quello al guinzaglio del [...]

Busta con proiettile, Fugatti: "Non saranno certo le [...]

Sale di comunità e per servizi socio-educativi per [...]

“Il prossimo è tuo. Attenzione, hai due figli”: [...]
Cosa accadrebbe in Trentino se non ci fosse la cooperazione? Aumenterebbero i disoccupati del 15% e crollerebbe il Pil
La cooperazione non ha sentito la crisi. L’occupazione, in questo settore, è aumentata del 35,6%. I dati arrivano da Euricse e da uno studio realizzato da Carlo Borzaga, Chiara Carini e Eddi Fontanari

TRENTO. Se d’improvviso tutte le cooperative chiudessero i battenti e non fossero sostituite da altre imprese il Trentino perderebbe 13,3 punti percentuali di prodotto lordo e quasi un sesto degli occupati. Crisi nel sistema produttivo trentino? In quello della cooperazione non sembra proprio ma anzi negli anni è diventato sempre più protagonista dell'economia locale .
I dati arrivano da uno studio di Euricse e realizzato da Carlo Borzaga, Chiara Carini e Eddi Fontanari. Dal 2008 al 2015 l’occupazione nelle imprese cooperative è aumentata del 35,6% rispetto alle imprese di capitali (spa + srl), dove è calata del 6,3%.
La ricerca confronta i dati delle cooperative trentine con quelli nazionali e con quelli della vicina provincia di Bolzano rivelando qualche sorpresa: se anche in provincia di Bolzano la cooperazione presenta una significativa crescita dell’occupazione, a fare la differenza con la provincia di Trento è soprattutto il diverso andamento dell’occupazione nelle imprese di capitali: con una riduzione di oltre il 6% in Trentino e un +15% in Alto Adige. Non è quindi alla cooperazione che vanno attribuiti i problemi occupazionali che hanno interessato la nostra regione.
Considerando sempre il periodo tra il 2008 e il 2015, il tasso di crescita del valore aggiunto generato dalle cooperative è stato pari al 26,3% (considerando le società che hanno depositato i bilanci in tutti gli anni considerati), contro il 17,9% delle spa e il 15,2% delle srl.
Sempre secondo questo studio, emerge anche chiaramente la rilevanza della cooperazione in tre settori fondamentali dell’economia provinciale: l’agricoltura e l’industria alimentare, l’intermediazione monetaria e il commercio.
Nelle studio vengono prese in esame le banche dati pubbliche a partire da quelle della Camera di commercio. Nel periodo considerato (2008-2015), le cooperative operanti in provincia di cui sono disponibili i bilanci sono passate da 493 a 505, le spa sono rimaste a 269 (dopo essere salite a 275 nel 2013), mentre le srl sono cresciute con continuità da 4.856 a 5.891.
“La cooperazione trentina è tutt’altro che un settore in crisi o in via di ridimensionamento – conclude il professor Carlo Borzaga, presidente di Euricse –. Il suo peso risulta decisamente rilevante, in generale e nel confronto con le altre forme di impresa, a livello sia economico-occupazionale che nella formazione dell’offerta di servizi sociali, educativi e sanitari. Ponendosi di fatto ‘a cavallo’ tra settore pubblico e settore privato”.