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Crisi Corriere del Trentino e dell'Alto Adige, il direttore Enrico Franco si dimette

Il programma di riorganizzazione presentato da Rcs prevedere ancora una volta un forte ridimensionamento del personale. Preoccupazione da parte del sindaco dei giornalisti 

Pubblicato il - 18 maggio 2018 - 20:07

TRENTO. In assenza di un vero piano di rilancio ma anche a causa dell'impossibilità di arginare i continui tagli all’organico decisi dal gruppo Rcs, il direttore del Corriere del Trentino e dell'Alto Adige, Enrico Franco, ha rassegnato oggi le proprie dimissioni.

 

Una decisione, questa, arrivata anche a seguito del programma di riorganizzazione presentato da Rcs che prevedere un ulteriore forte ridimensionamento del personale.

 

Il sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, d’intesa con il cdr, esprime oggi con una nota forte preoccupazione per il piano di ristrutturazione annunciato oggi a Milano dai vertici RCS che prevede, nell’ambito di una più generale riorganizzazione dei dorsi locali, il forte depotenziamento della redazione di Bolzano e per l’interruzione dei contratti a termine che non verranno rinnovati a scadenza.

 

“Il rischio - per il sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige - è di una 'deskizzazione' del lavoro giornalistico che si ripercuoterebbe negativamente sulla qualità del giornale di prossimità rappresentato dai dorsi”. Desta infine forti perplessità che il desk centralizzato di Padova possa sostituire al meglio i colleghi sul territorio per speciali, sport, cultura e spettacoli.

Il sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige rimane al fianco del cdr e dei colleghi per cercare di ridurre al minimo l’impatto della nuova organizzazione del lavoro. Un primo banco di prova sarà l’incontro del 29 maggio con i vertici aziendali ed il nuovo direttore Alessandro Russello.

 

Anche noi de il Dolomiti esprimiamo la nostra solidarietà nei confronti del direttore Enrico Franco e delle redazioni di Trento e Bolzano del Corriere della Sera.

 

Domani e domenica i dorsi del Corriere non saranno in edicola.

 

Ecco il comunicato sindacale delle redazioni del Corriere del Trentino e dell'Alto Adige

 

Dopo due anni di attese, di strategie abbozzate e piani rinviati, e soprattutto dopo due anni di lavoro al limite – senza straordinari, senza un integrativo, solo affidandosi al senso di responsabilità dei giornalisti – e di precari storici sospesi come palloncini allegorici, Rcs ha finalmente presentato un programma di riorganizzazione del Corriere del Trentino e del Corriere dell’Alto Adige. Se non fosse così drammatico – per le persone, le famiglie, la professionalità e la qualità del prodotto finale – verrebbe persino da ironizzare. Due anni per stabilire che l’organico complessivo delle due redazioni scenderà da 17 unità a 9/10 (con la prospettiva di ridurre Bolzano a semplice ufficio di corrispondenza), minando così nelle fondamenta un progetto informativo e culturale divenuto in quasi 15 anni un punto di riferimento per le due comunità. Quindi, non soltanto i quattro contratti in attesa di sostituzione a tempo indeterminato non verranno coperti, ma a questi si aggiungeranno ulteriori defezioni, mentre le due redazioni avevano insistentemente chiesto la stabilizzazione dei precari storici. Tutto questo senza nemmeno prospettare un piano di rilancio, un progetto di marketing e un rafforzamento della diffusione, accettando lo status quo come unica possibile prospettiva.

Il direttore Enrico Franco ha provato a tamponare questa situazione, ma ogni sua proposta è stata declinata, tanto da spingerlo a rassegnare le dimissioni. Ciò spiega anche il livello di tensione e incomunicabilità accumulati negli ultimi mesi. La riorganizzazione sarà poi oggetto di un confronto con il nuovo direttore, Alessandro Russello, intanto il cdr del Corriere del Trentino e del Corriere dell’Alto Adige ha il dovere morale di misurarsi con la decisione comunicata oggi dai vertici Rcs. La nostra risposta è l’immediata sospensione della lavorazione dei due giornali: le redazioni sciopereranno oggi e domani e rimettono nelle mani del Cdr ogni altra iniziativa utile ad arrestare una scelta dolorosa, pretestuosa e difficilmente accettabile. C’è uno scarto tra idea e azione: l’idea è quella di investire sull’informazione locale, di non lasciare a casa alcun giornalista, di soppesare il rilievo dei quotidiani nella vita democratica delle comunità; l’azione prevede tagli, tagli e tagli. In fin dei conti, è la cifra dell’editore moderno. 

Il primo pensiero va ai nostri collaboratori storici che in questi anni sono stati al nostro fianco, spendendosi senza riserve e apportando, in termini umani e intellettuali, un contributo decisivo per la riuscita del giornale. Non potranno raggiungere il loro sogno di essere assunti nelle nostre redazioni, speriamo che almeno altri editori più avveduti abbiano la possibilità di valorizzare questo straordinario patrimonio professionale. 

All’azienda chiediamo un ripensamento perché è insensato disperdere il capitale umano, di credibilità e di lettori assemblato e consolidato in questi anni dove i giornalisti, lo ribadiamo, si sono fatti interamente carico di tutte le falle aziendali e anche di una certa superficialità nella conoscenza delle dinamiche del territorio. Contiamo sulla possibilità di riaprire un confronto che ha visto, in questi anni, una sola voce assente: la nostra.  Infine, ribadiamo lo stato di agitazione delle due redazioni e la piena fiducia nel Cdr al quale vengono demandate tutte le azioni utili per disinnescare questa scelta suicida.

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