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Insulta Cecile Kyenge, la Cassazione condanna definitivamente Serafini: "Discriminazione razziale"
Secondo la Suprema Corte la frase è "un attacco inutilmente umiliante e inutilmente denigratorio della dignità" dell'ex ministra. Il dipendente di Trentino Trasporti dovrà pagare un'ammenda di 2.500 euro

TRENTO. La frase era stata scritta su Facebook: "Torni nella giungla". L'aveva scritta quasi 5 anni fa sulla sua bacheca Paolo Serafini rivolto all'allora ministra Cecile Kyenge. E dopo 5 anni arriva la sentenza definitiva emessa dalla Cassazione: colpevole di diffamazione con l'aggravante della discriminazione razziale.
Serafini, che per questo fu licenziato da Trentino Trasporti (poi reintegrato in seguito al ricorso al giudice del lavoro), era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Trento. Sempre a Trento la condanna era stata confermata in appello e ora la Cassazione: dovrà pagare un'ammenda di 2.500 euro.
Secondo la Suprema Corte la frase è "un attacco inutilmente umiliante e inutilmente denigratorio della dignità" dell'ex ministra. Dignità "intesa come percezione della propria dimensione umana e della sua reputazione".
"Un attacco personale che facendo leva sulle origini africane della Kyenge, le ha attribuito caratteristiche proprie degli esseri che vivono nella giungla". La Cassazione parla di "gratuito giudizio di disvalore espresso dal Serafini, fondato sull'appartenenza alla razza degli africani di pelle nera che, secondo l'imputato, ha nella giungla e non nella società civilizzata il suo habitat naturale (...) perché assimilabile agli animali, come le scimmie, che vi vivono".