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Si vota per l'abbattimento di orsi e lupi, protesta del Fronte animalista. La Lav: ''Provvedimento illegittimo''
Dopo il via libera della terza commissione, oggi è prevista la votazione del disegno di legge dell'assessore Michele Dallapiccola. La Lav: "Ricorso certo del nuovo Ministro dell'ambiente Sergio Costa e quindi del Governo, ma anche all'apertura di una procedura d'infrazione per violazione della Direttiva Habitat"

TRENTO. Protesta del Fronte animalista in Regione per il disegno di legge 230 proposto dall'assessore Michele Dallapiccola in materia gestione grandi carnivori. Dopo il via libera della terza commissione (Qui articolo), oggi è prevista la votazione.

Un dispositivo che prevede ''misure di prevenzione e di intervento concernenti i grandi carnivori ai fini della tutela del sistema alpiculturale provinciale''. E, ovviamente, in questo decreto c'è la tanto agognata, dall'assessorato all'agricoltura e all'ambiente, quantomeno negli ultimi tempi, possibilità di abbattimento di alcuni esemplari di ''ursus arctos e canis lupus''. Meglio, si prevede "il prelievo, la cattura o l'uccisione".
Un piano che vede i movimenti animalisti decisamente contrari a questo disegno di legge. E ritorna in campo la Lav, che dopo aver già interessato i suoi uffici legali per fare un'istanza alla Commissione europea per aprire una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese a causa della violazione della Direttiva Habitat da parte del Trentino.
"Il disegno di legge - spiega la Lav - oltre che comportare l’uccisione di animali super protetti, aprirebbe la strada a un ricorso da parte del nuovo Governo, ma anche a danni erariali da imputare agli stessi consiglieri. È evidente che si tratta di una sanguinaria mossa elettorale di politicanti con l’acqua alla gola in quanto a consensi elettorali: cercano di pescare voti nella parte meno attenta, informata e aggiornata dell’elettorato".
La Lav ha scritto a tutti i Consiglieri per chiedere di scongiurare l’approvazione di una legge che "oltre a consentire l’illegittima uccisione di orsi e lupi - evidenziano - metterà la Provincia di Trento sul banco degli imputati della Corte costituzionale".
"E’ infatti lo stesso Servizio legislativo provinciale - specifica il movimento animalista - a mettere in guardia circa la legittimità del ddl 230, quando afferma che è dubbio che quest'ultimo supererebbe lo scoglio di un contenzioso costituzionale”.
Questo sottolineerebbe il conflitto con le norme sovraordinate al quale andrebbe incontro la Provincia, con i relativi costi economici che ricadrebbero sui singoli cittadini e la pessima figura istituzionale dell'amministrazione. Un punto questo molto delicato. In terza commissione, nessuno infatti si è espresso sulla legittimità di questo provvedimento.
Un aspetto che dovrebbe indurre alla cautela, vista anche la recente storica sentenza: Durnwalder e il suo dirigente condannati a pagare 1 milione di euro per i decreti sull'uccisione di animali selvatici (Qui articolo). Ma la Provincia sembra intenzionata a procedere, andare avanti. Le elezioni sono troppo vicine, i consensi sembrano scarsi.
"E’ assurdo che per rispondere alle richieste di alcuni cittadini si scateni una guerra nei confronti di lupi e orsi – afferma Simone Stefani, responsabile Lav Trentino – che come qualsiasi altra guerra non risolverebbe nulla. E’ invece di primaria importanza che la nostra amministrazione si faccia promotrice delle migliori misure di prevenzione che ad oggi, di fatto, vengono ancora trascurate".
"La lettera ha il duplice obiettivo - dichiara Stefani - di ricordare ai Consiglieri le numerosissime motivazioni scientifiche per cui è assurdo votare a favore di questo scellerato ddl e delle conseguenze in termini di responsabilità che lo stesso apporterebbe proprio nei confronti dei Consiglieri che lo voteranno".
"Sono molte - conclude Stefani - le evidenze che fanno precipitare il ddl nell'illegittimità: questo provvedimento si espone non solo a un ricorso certo del nuovo Ministro dell'ambiente Sergio Costa e quindi del Governo, ma anche all'apertura di una procedura d'infrazione per violazione della Direttiva Habitat, i cui nefasti effetti ricadrebbero su tutti i cittadini italiani, a seguito dell’acclarata responsabilità di alcuni consiglieri trentini".