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Coronavirus, a Stoccolma sistema sanitario al collasso: occupate il 99% delle terapie intensive. L'appello ai cittadini: ''Evitate gli assembramenti, le conseguenze sono orribili''
Il Paese scandinavo è noto per aver tentato di gestire la pandemia senza lockdown puntando sulla bassissima densità demografica (23 abitanti per chilometro quadrato contro i 200 che ci sono in Italia) ma ora è travolto da una seconda ondata che si sta rivelando peggiore della prima

STOCCOLMA. Sistema sanitario al collasso in Svezia dove il 99% delle terapie intensive, nel capoluogo, sono occupate da pazienti Covid per una seconda ondata che si sta rivelando molto peggiore della prima. La Svezia, come noto, è stata da molti presa a modello di gestione ''alternativa'' rispetto a quanto fatto in praticamente tutto il resto del mondo dove è apparso ben chiaro che l'unico modo di arrestare la curva pandemica fosse quello di chiudere le attività e ridurre al minimo la circolazione e gli incontri delle persone.
La Svezia, invece, ha puntato sulla cosiddetta “immunità di gregge”, sperando che l’esposizione della popolazione alla malattia facesse sviluppare alle persone gli anticorpi necessari a non contagiarsi più. Le uniche misure prese dal Governo sono state vietare le riunioni di più di cinquanta persone e invitare la gente a distanziarsi volontariamente.
Ha funzionato? Decisamente no. Già qualche settimana fa vi mostravamo come la Svezia avesse superato i 6.000 morti e i 140.000 contagi, con un nuovo record di 4.697 infezioni in 24 ore che si traduceva nel triplo dei contagi e circa dieci volte le morti di Norvegia, Finlandia e Danimarca. Ebbene ieri la Svezia ha registrato più contagi che l'Italia (pur avendo un sesto della popolazione) 18.820 nuovi contagi contro i 12mila italiani e 133 decessi rispetto a venerdì, per un totale di 297.732 contagi e 7200 morti.
Secondo quanto riferito dal direttore sanitario regionale, Bjorn Eriksson, nel corso di una conferenza stampa poi riportata dal quotidiano nazionale The Local Sweden, a Stoccolma il numero di posti letto in terapia intensiva è ormai saturo. Il 99% infatti è occupato da pazienti Covid e non: per il paese è la prima volta dall’inizio della pandemia. Durante la prima ondata, a cui la Svezia aveva tenuto, erano stati preventivamente aumentati i posti letto, fino a 160. Ora sono praticamente esauriti.
Mercoledì c’erano 83 pazienti con Covid-19 nei reparti di terapia intensiva della regione, in lieve calo rispetto agli 89 di martedì. I posti in terapia intensiva nella regione sono in totale circa 160. Il direttore sanitario regionale, Björn Eriksson, ha lanciato una richiesta di aiuto chiedendo l’invio di personale medico da altre regioni dal momento che, vista la situazione, c’è un sovraccarico di lavoro per il personale di Stoccolma. Eriksson si è quindi appellato alla popolazione richiedendo di “non assembrarsi nei negozi per lo shopping di Natale, nei locali per un bicchiere dopo il lavoro anche se è quello che vogliamo fare. Le conseguenze sono orribili”.
Al momento vi sono alcune limitazioni in tutto il Paese fra cui un limite massimo di otto commensali in bar e ristoranti e il divieto di vendita di alcool dopo le 22, mentre per gli ultimi anni delle scuole superiori è stato imposto l’insegnamento a distanza. Per tutti vi è l’esortazione a limitare al massimo i contatti personali fuori dalla famiglia e ricorrere il più possibile allo smart working.