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Coronavirus in Trentino, l'Apss: ''Si prevede un peggioramento dei dati e un raddoppio degli accessi: ci riorganizziamo a Trento, Cles e Tione''
L'appello dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari: "Bisogna cambiare la strategia di sanità pubblica, chiunque presenti una sindrome influenzale si metta in isolamento fino ai risultati dei test"

TRENTO. Le proiezioni delle autorità sanitarie ipotizzano un peggioramento del quadro epidemiologico nella prima decade di novembre e quindi si predispone una riorganizzazione del sistema ospedaliero per cercare di fronteggiare una ulteriore richiesta di posti letto.
Attualmente sono 118 le persone in ospedale, di queste 9 ricorrono alle cure della terapia intensiva, rispettivamente 18 e 3 pazienti in più rispetto a ieri. Un altro fattore che preoccupa è l'aumento dell'età media: 59 gli over 70 risultati positivi nelle ultime 24 ore.
L'appello è quello di mantenere alta la guardia: "Bisogna cambiare la strategia di sanità pubblica - commenta Antonio Ferro, direttore del Dipartimento di prevenzione dell'Apss - chiunque presenti una sindrome influenzale si metta in isolamento fino ai risultati dei test. E' l'unico sistema insieme a mascherina, distanziamento e igienizzazione. Il tasso di mortalità è altissima e dobbiamo impegnarci a proteggere i nostri anziani" (Qui articolo).
Le valutazioni dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari sulle stime dell'impatto di R0 portano a supporre che ci potrebbe essere un raddoppio degli accessi per Covid-19 e quindi c'è la necessità di predisporre le necessarie contromisure: alcune sezioni di Medicina, Chirurgia e Pediatria tra gli ospedali Santa Chiara di Trento, Cles e Tione vengono riconvertite per questo scopo (Qui articolo).
"Ci teniamo pronti per non farci trovare impreparati - aggiunge Ferro - la gestione dei flussi dei pazienti avviene per evitare sovrapposizioni. La previsione è quello di utilizzare un processo a fisarmonica per adattarsi alle esigenze causate dall'epidemia coronavirus". Una decisione che rientra nel più ampio piano per fronteggiare una situazione epidemica complessa, nelle ultime settimane si è già provveduto alla riconversione di due piani all'ospedale di Rovereto.
Un'emergenza che è più severa con un forte peggioramento della situazione generale: il 20 ottobre erano 46 le persone in ospedale tra Trento e Rovereto, vuote le terapie intensive, oggi sono invece 118 i pazienti ricoverati, 9 nel reparto di rianimazione. Purtroppo, le vittime in questa seconda ondata sono costanti: i 3 decessi comunicati oggi aggiornano il bilancio a 29 morti in 20 giorni e 30 in circa un mese.